È quanto afferma in una nota il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, in merito al dibattito sulla riforma del mercato del lavoro, rimarcando come “sull’estinzione del posto fisso, non abbiamo lezioni da imparare perché ogni giorno ci occupiamo di crisi aziendali. Allo stesso modo i giovani, già abituati a cambiare tanti lavori, non hanno bisogno di essere esortati dalle dichiarazioni di ministri incauti per ‘aprirsi al nuovo’, perché impiegano fin troppo tempo prima di riuscire a costruirsi una stabilità economica o una famiglia, tant’è che l’Italia ha problemi di natalità. Anche costruirsi un’attività in proprio non è un’impresa più facile, per capirlo basterebbe osservare il fallimento del prestito d’onore al Sud”.
“Inoltre l’articolo 18 – conclude il sindacalista – non serve ad incollare a vita una persona su un posto di lavoro ma ad evitare che possa perderlo ingiustamente e/o illegittimamente. Ecco perché non c’è bisogno di modificarlo e perché restiamo nettamente contrari a farlo, a meno che non si intervenga sui tempi del reintegro. Riteniamo assai più praticabile inserire il licenziamento individuale per motivi economici nella legge 223, regolandolo come i licenziamenti collettivi”.