(ASI) Roma - La Lega ha depositato un disegno di legge per consentire la sperimentazione nell’ambiente delle tecniche di editing genomico (dette anche Tecniche di Evoluzione Assistita, TEA) e per destinare a questo scopo un finanziamento di 9 milioni di euro.
La proposta porta la prima firma del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, che è anche responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo del partito.
“La ricerca in laboratorio in questo settore ha fatto enormi passi avanti, sia per quanto riguarda i risultati conseguiti, sia in termini di sicurezza”, spiega Centinaio. “Con la nostra proposta vogliamo dare un’ulteriore spinta, consentendo la sperimentazione nei campi e assegnando risorse adeguate all’approfondimento degli studi”. Il ddl presentato dalla Lega propone infatti di destinare 3 milioni di euro per il 2023 e 6 milioni di euro per il 2024 alla ricerca e sperimentazione delle tecniche di genome editing. Si tratta di fondi già riservati al MASAF dalla Legge di Bilancio 2023, quindi senza ulteriori costi per i cittadini.
“Vogliamo arrivare alla definizione in Senato di un testo, che consenta finalmente ai ricercatori di verificare sul campo gli ottimi risultati già ottenuti in laboratorio”, prosegue il vicepresidente del Senato. “La nostra proposta tiene insieme due esigenze inscindibili. Da una parte, vogliamo aiutare la nostra agricoltura a migliorare ulteriormente la qualità dei prodotti del made in Italy agroalimentare, ma anche a conseguire gli obiettivi europei del Green Deal e della strategia ‘Farm to Fork’, grazie a colture più sostenibili, a una maggiore resistenza ai cambiamenti climatici (a partire dalla siccità) e alle malattie, per ridurre il ricorso ai fitofarmaci. Dall’altra, garantiamo elevati standard di sicurezza sia per le colture sperimentali che per quelle confinanti, attraverso un sistema di autorizzazioni e monitoraggio che prevede tempi certi e pubblicità delle decisioni e dei risultati”.
“L’Italia può porsi all’avanguardia in Europa su questo campo e mettersi al passo con i Paesi più avanzati. Sono ormai superati i tempi in cui un intervento sul DNA delle piante era visto comprensibilmente con scetticismo, se non con terrore. Queste nuove tecniche non hanno nulla a che vedere con gli OGM e si limitano ad accelerare evoluzioni che sono già avviate in natura o che avverrebbero in tempi più lunghi. Sono meccanismi che i nostri ricercatori hanno già verificato in laboratorio su riso, viti, meli, frumento, pomodori e altre piante. La sperimentazione nell’ambiente è un passaggio obbligato per verificarne la sicurezza in vista di un’eventuale commercializzazione tra alcuni anni”, conclude Centinaio.