*Appello Amsi al Governo italiano di abbattere le barriere incomprensibili che non consentono ai nostri medici di esercitare ,nonostante i posti di lavoro disponibili*
(ASI) Fra le tante segnalazioni allo *#SportellOnlineAmsi* di medici e professionisti della sanita che vorrebbero esercitare in Italia, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria ,dove le carenze del personale si fanno sentire ancora di più come lo dimostrano le numerose richieste che arrivano tutti i giorni all'Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia e Umem (Unione medica euro mediterranea) ,abbiamo raccolto la testimonianza di una giovane dottoressa di origine albanese, Ada Ndriollari, laureata e abilitata presso l'università di Torino nel 2019 .Dopo gli studi la dott.ssa Ndriollari ha svolto vari stage e tirocini all'estero e ha seguito un corso intensivo di lingua tedesca ottenendo successivamente la certificazione europea C1.
Dopo le varie esperienze all'estero la dott.ssa di origine albanese decide di tornare a dare il suo contributo professionale in Italia, nella provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige dove gli era stato proposto un contratto di lavoro a tempo determinato per il servizio vaccinazioni e tamponi covid.
Dopo essersi scontrata con il limbo burocratico per mesi si è rivolta al dipartimento giovani medici stranieri, raccontando le tante difficoltà riscontrate. Ndriollari cita “mi trovo senza risposte e soluzioni concrete, in attesa da 1 mese ” raccontando come l’ordine dei medici al quale si e rivolta rifiuta la sua iscrizione all'albo finché non ottiene un permesso di soggiorno per motivi di lavoro o la cosiddetta blu card ,ma per ottenere quest' ultima ha bisogno di un contratto di lavoro di almeno un anno e nessun' azienda sanitaria può assumere un medico senza essersi iscritto all'albo professionale, perciò l'unico modo per poter stare in Italia sarebbe svolgere un altro lavoro per un periodo di tempo e dopo qualche anno poter esercitare come medico ed entrare in specialità, percorso del tutto ingiusto per chi come lei si è imbattuto per anni in un percorso difficile e lungo come quello del Medico.
Il dipartimento giovani medici stranieri dell'Amsi ritiene assurdo come un medico laureato e abilitato in Italia rimanga bloccato nel limbo burocratico senza aver diritto ad esercitare la professione medica. Con il suddetto comunicato vogliamo denunciare a voce alta la problematica che riguarda tanti medici stranieri, chiedendo al governo che si muova in tal senso, fornendo un adeguata legislazione che permette al personale medico straniero con una laurea italiana di lavorare nelle stesse condizioni di quello italiano, bypassando gli attuali ostacoli burocratici che costringono tanti giovani a lasciare l' Italia e trovare ambienti molto meno ostili e riconoscenti verso la loro professione, dice la dottoressa Artes Memelli, coordinatrice dipartimento giovani Amsi appoggiata dal Consiglio Direttivo Amsi e dal Presidente Aodi che dichiara "siamo stanchi a raccogliere tutti i giorni numerose richieste di lavoro e dall'altra parte le segnalazioni da parte dei professionisti della sanità stranieri, bloccati per colpa dei muri mentali e burocratici e constatare che l'articolo 13 del decreto Cura Italia è stato interpretato non in modo omogeneo da parte delle regioni italiane. Mi rivolgo al presidente Fnomceo Filippo Anelli, che è molto sensibile, ad ascoltare sempre le difficoltà dei medici; è fondamentale che i vari ordini a livello nazionale permettano ai medici stranieri di iscriversi con un permesso di soggiorno qualsiasi ,dando almeno 1 anno di tempo agli iscritti per la conversione in permesso per motivi di lavoro, dichiara il presidente Aodi.