Intervento di DI PIETRO (IDV) dopo il discorso di Berlusconi alla Camera: " Caro Silvio, dimettiti!"
(ASI) "Caro presidente del Consiglio, se non fossi in Parlamento direi 'caro Silvio', da allievo che ha ascoltato la sua lezione. Lei ha detto che c'è la crisi globale ma che l'Italia sta bene. Caro Silvio, ma lei ci fa o c'è? Mi viene da ridere, se non ci fosse da piangere. Lei è Alice nel Paese delle meraviglie o il più grosso bugiardo della storia. Non se ne può più...".
Inizia così, con stile decisamente informale, l'intervento del leader Idv, Antonio Di Pietro, dopo l'informativa del presidente del Consiglio alla Camera sulla crisi.
Un intervento, quello di Berlusconi, che delude tutte le forze dell'opposizione e che, peggio, non è in grado di dare elementi di rassicurazioni ai mercati internazionali (anzi), nell'ennesima giornata di passione per le borse e per i titoli di Stato italiani, che hanno raggiunto nuovi record negativi nei confronti del bund tedesco.
Il presidente del Consiglio fa una difesa a oltranza dell'operato del governo, l'ennesimo spot bugiardo che mira a nascondere ogni responsabilità per l'aggravarsi di una crisi sempre negata. Un intervento ancora una volta privo di proposte per la crescita e per la ripresa dell'economia ma che, al contrario, conferma le scelte fatte con una finanziaria iniqua che pesa sulle fasce più deboli, che impoverisce i redditi di pensionati e lavoratori, negando in sostanza la possibilità di una ripresa dei consumi interni.
Antonio Di Pietro fa al premier l'unica richiesta possibile per ridare al Paese un minimo di slancio e agli italiani la speranza: dimettersi. E spiega che la strada maestra sarebbero le elezioni anticipate: "Io sono dell'idea - dice - che quando un governo non funziona bisogna chiedere il voto ai cittadini".
Infine si appella anche a Napolitano: "Presidente lei tutti i giorni dice che non si può andare avanti così... E allora lo sciolga questo Parlamento, ci mandi a votare", dichiara Di Pietro annunciando una nuova mobilitazione del partito per cancellare il 'porcellum' e cambiare la legge elettorale: "Da sabato raccoglieremo le firme per il referendum".