Waguè in esclusiva dall’incontro di “Futuro Umbria” –“Internazionalizzare per rilanciare Perugia e fermare gli estremismi”. Viabilità –“Progetto globale”.

IntAssWague(ASI) – Esclusiva intervista per gentile concessione dell’assessore del comune di Perugia Diego Dramane Waguè, ad Umbria Notizie Web gruppo Agenzia Stampa Italia. Nell’intervista, concessa a margine dell’incontro organizzato dall’associazione Futuro Umbria di sabato 30 gennaio, l’assessore Waguè analizza le

prospettive presenti e future offerte dai progetti portati avanti dall’associazione. Spiega il significato di “internazionalizzazione” e l’impatto che essa ha avuto, e avrà, sulla regione Umbria, così come sul contesto globale. A tal fine ci espone brevemente le iniziative portate avanti dal comune e dal suo assessorato in materia di scuola e cultura. Infine un breve intervento sulla questione della variante stradale del quartiere di Madonna Alta che da una settimana sta scaldando gli animi dei residenti.
-Come giudica l’iniziativa di “Futuro Umbria” tesa alla valorizzazione del territorio regionale e delle aziende, potenziamento dei trasporti e alla formazione ?
Siccome ne avevamo già parlato con loro un po’ di tempo fa, ritengo che sia fondamentale tutto il lavoro radicato sul territorio che loro stanno facendo in questo momento. In questo lavoro che loro stanno facendo c’è la grande possibilità di uscire un po’ da quella forma di chiusura e andrei incontro ad un apertura e nello stesso tempo cercare quelle che sono le eccellenze. Quello che è il punto soprattutto è che quando mancano le idee tutto il resto è destinato a pagare. Quindi le idee che loro hanno in questo momento sono le idee che è compito della classe politica agevolare e rimuovere gli ostacoli che impediscono alle idee di realizzarsi. Quindi le loro prospettive con i vari confronti che abbiamo avuto praticamente sono tutti destinati ad una forma di crescita e miglioramento sapendo che possono solo avere dalla loro parte la nostra capacità di sentirli e di ascoltarli e di favorire la realizzazione di tutti i progetti che hanno in campo insomma. Credo che la formazione anche nel senso lato sia fondamentale. L’internazionalizzazione è lo scopo di un po tutti i paesi in questo momento. C’è un mondo globale e questo mondo globale chiede a tutti quanti di attrezzarsi, di prepararsi e di avere gli strumenti utili per comunque cercare di ritagliare il proprio spazio. Io penso che qualsiasi idea e qualsiasi proposta che arriva in quel senso li ben venga. L’Umbria ha bisogno di competere. Perugia che è il capoluogo merita e meriterebbe tanta considerazione e tanta valorizzazione mettendo a disposizione le competenze professionali che riescano e che hanno una profonda conoscenza delle dinamiche internazionali affinché agiscano sul territorio per promuovere la città. Abbiamo tanti ragazzi che sono andati fuori, in Inghilterra, negli Stati Uniti, anche in Cina e in Giappone. Sono tutti ragazzi perugini, che sono cresciuti insieme a noi in questa città, e che attualmente possono essere gli elementi qualificanti di un progetto di questo tipo.
-Potrebbe spiegare in cosa consiste questo processo di “internazionalizzazione”? Cosa significa per il territorio esattamente?
Ha un profondo significato per il territorio. Io e il sindaco, quando eravamo in campagna elettorale, eravamo d’accordo che Perugia non aveva il petrolio, ma la cultura. Questa grande mole di cultura che noi abbiamo. I nomi di Pinturicchio, del Perugino, di Gerardo Dottori. Abbiamo le mura etrusche e tanti altri monumenti. Tutto questo patrimonio è molto sentito e apprezzato nel mondo. La nostra capacità di promuovere e di far conoscere questa nostra storia è fondamentale. Più di questo, possiamo far diventare le nostre imprese un traino per il nostro patrimonio ed entrare in un circuito internazionale che renderà possibile attirare turisti da una parte, e dall’altra poter vendere i nostri prodotti. Quindi turisti che arrivano. Noi che riusciamo ad esportare i nostri prodotti in un mondo globale e competitivo. Abbiamo tutti gli elementi per poterlo fare. In quest0ottica divine fondamentale la formazione del personale e di figure competenti che riescano a promuovere tutto questo insieme a noi. Perugia è ricca, anzi, ricchissima di storia e di cultura, così come può vantare un patrimonio di imprese che possono e devono riuscire a competere nel mondo. Non manca nulla insomma. Ci sono tutti gli elementi.
Perugia è una città università universitaria. La città vanta un’università per stranieri. Lei pensa che in qualche modo la città vanti già una vocazione internazionale?
Si. Io ho frequentato entrambe le università. L’università per stranieri era il contenitore di tante lingue e di tante culture che interagendo con Perugia le hanno già conferito una vocazione internazionale. Pr di più la questione è sempre stata saper usare le risorse. Andreotti, devo proprio citarlo. Diceva che gli stranieri che arrivano alle università sono investimenti strategici per lo sviluppo del loro paese e per permettere all’Italia di far conoscere il proprio patrimonio. Quindi sia l’università per stranieri che l’università degli studi hanno delle potenzialità che interagendo insieme possono rappresentare anche elementi qualificanti. Quello che è mancato negli anni passati, e l’ho ribadito in vari convegni, è stato che l’università, sia quella degli studi che quella per stranieri sono state trascurate. Nel lontano 1987, quando siamo arrivati, tutti volevano venire all’università per stranieri per imparare la lingua. L’università per stranieri rappresentava un punto di forte attrazione qualificante per la città. Era sinonimo di qualità, la qualità in tutto, e pertanto era molto ambita. Dobbiamo tornare a quei fasti. Rilanciare entrambe le università, che rappresentano già in quanto istituzioni un importante patrimonio, perché abbiamo tanti punti di eccellenza. Questi punti di eccellenza dobbiamo comunque essere capaci di lanciarli. L’internazionalizzazione presuppone la nostra capacità di dar lustro alle nostre risorse e di pubblicizzarle e farci conoscere.
-In questo senso, cioè considerando il valore culturale dell’internazionalizzazione, può essere anche un deterrente per arginare l’avanzata dei fondamentalismi e degli integralismi?
Gli integralismi fondano sull’ignoranza. Io penso che quella ignoranza che c’è all’interno di ogni integralismo è la non conoscenza delle cose e il rifiuto di qualsiasi approfondimento. L’internazionalizzazione offre la possibilità di farci conoscere e di far conoscere le culture tra loro, le peculiarità di ognuna e le cose che le accomunano. Quindi il fatto di lavorare molto sulla conoscenza, sull’approfondimento e sul miglioramento, automaticamente emargina l’estremismo. Ma si auto emargina anche da un altro punto di vista. La violenza insita in ogni estremismo è spesso legato ad una forma di ignoranza della storia e spesso delle tante religioni che avevano gli stessi fondamenti e che dunque sarebbero state destinate convivere in armonia.
-Attualmente il suo assessorato e l’amministrazione comunale avete stanziato il mese scorso circa 50.000 euro per progetti culturali nelle nostre scuole. Può spiegarci brevemente di cosa si tratta e quali sono i progetti in campo?
Noi stiamo lavorando su tre – quattro versanti che riteniamo molto importanti. Uno è l’approfondimento delle conoscenze culturali e l’approfondimento della nostra storia in maniera che tutti i ragazzi si sentano ambasciatori di Perugia nel mondo. Se conosciamo la nostra storia e il nostro patrimonio possiamo tranquillamente illustrarlo. Abbiamo constato che è un peccato che abbiamo tanti ragazzi, ma anche tanti adulti, nati e cresciuti qui, che non hanno mai visitato ad esempio il Collegio del Cambio, dove c’è esposto il patrimonio del Perugino. Non sanno bene la storia della nostra città. Quindi investire nella cultura e nella conoscenza della città,farà si che diventino ambasciatori di Perugia nel mondo. Tutto questo rientra nel progetto di internazionalizzazione. Il passaggio che noi stiamo curando è la conoscenza di altre culture e la conoscenza della nostra per poter far si che Perugia, come ogni realtà in questo momento, nella sua internazionalizzazione, riesca a favorire non tanto l’assimilazione culturale quanto gli scambi culturali che portino ricchezza perché la chiusura porta spesso ad una povertà culturale. L’apertura invece porta ricchezza. Ogni lingua imparata in più ci da una ricchezza per quanto riguarda la conoscenza della storia di questa lingua. Nel parlare il francese, o il tedesco, o l’arabo o il cinese, io entro in possesso di un patrimonio culturale che poi posso spendere nel mondo. Se riesco anche a metterlo insieme al mio patrimonio culturale che è la lingua italiana penso che la città sia destinata crescere e la vita migliorerà d un punto di vista qualitativo insomma.
Una rapida battuta sulla questione che sta animando una parte della città. La variante di viabilità a Madonna Alta. Nel corso della scorsa settimana c’è chi ha affermato che comporterà la sparizione delle aree verdi del quartiere, chi ha affermato che consterà nella sola riduzione delle stesse. Cosa ne pensa di queste polemiche?
Spesso purtroppo fare l’opposizione si riduce a parlare tanto per parlare. Ma la vera opposizione è quella qualificata, cioè quella che di norma legge le carte e vede le esigenze della città di Perugia. In questo momento ci troviamo di fronte ad alcune figure dell’opposizione che parlano senza mai leggere le carte ed è un peccato. Vogliono solo fomentare la popolazione contro la giunta, il che non porta da nessuna parte. Il problema è che ci sono i dati che dicono chiaramente che quell’area di Madonna Alta è una area di alta incidentalità, ossia uno dei punti della città ove gli incidenti di viabilità sono più frequenti. Noi dobbiamo fare di tutto per ridurre il numero degli incidenti in quella zona. Per farlo dobbiamo cercare di promuovere dei progetti condivisi con le popolazioni locali cioè quello su cui l’assessore Francesco Calabrese e gli altri membri della giunta sono impegnati. Quindi se noi ci rendiamo conto che le auto che arrivano tra via Settevalli e altri incroci passeranno sempre di li, se noi non miglioriamo la viabilità un giorno ogni due ci sarà sempre almeno un incidente in quella zona. Quindi noi pensiamo più ad un lavoro di qualità e prevenzione che rimanga per il futuro e che migliori un po’ tutta la situazione perché nel programma che Calabrese aveva presentato in giunta c’è tutto il miglioramento dell’area verde della zona. Migliorando il flusso del traffico, agevolando senza che ci siano varie rotonde o altre situazioni che si sa sono notoriamente causa di rallentamenti e incidenti, ci sono tutte le possibilità per far si che la situazione migliori. Madonna Alta alle volte l’abbiamo trovata abbandonata al degrado anche attorno alla zona del CVA dove io e il sindaco siamo andati a far le pulizie con i cittadini e i residenti. Si tratta di una zona dove modificando la viabilità e migliorandola c’è comunque la possibilità che i residenti si trovino bene e che i bambini possano comunque uscire giocare nei parchi. Si tratta di un progetto globale, ma se uno vede soltanto il piccolo all’interno di un progetto globale è chiaro che non fa altro che fomentare la cittadinanza e concordo con quanto Calabrese ha affermato l’altro giorno circa il chiacchiericcio della politica che quando ci si mette rischia di far apparire banali anche progetti importanti.


Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

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