Dl pensioni: via libera della Camera con 310 voti a favore, ora passa al Senato

(ASI) Con 310 sì e 164 no l'Aula della Camera ha approvato il dl pensioni varato dal governo per ottemperare alla sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delle indicizzazioni stabilito dal governo Monti. Il provvedimento, che scade il 20 luglio, passa adesso all'esame del Senato per la seconda lettura.

Tra le novità approvate dall'Aula il rifinanziamento per 20 milioni della Cigs per cessata attività.

"Il decreto in materia di pensioni va nella giusta direzione anche se non prevede tutti gli interventi che avremmo voluto. Per questo il Pd vota favorevolmente invitando tutti a collaborare per risolvere i problemi della manovra Salva Italia che sono aperti e che hanno bisogno di correzioni". Lo ha detto Maria Luisa Gnecchi, capogruppo Pd in commissione Lavoro, durante la dichiarazione di voto sul decreto pensioni approvato stamani dall'Aula di Montecitorio.

"La legge Fornero - ha proseguito Gnecchi - è stata una manovra per salvare l'Italia dalla bancarotta e non una riforma delle pensioni. Abbiamo previsto sei salvaguardie per gli esodati e possiamo dire ai colleghi delle opposizioni, che ci accusano di aver votato quella manovra, che abbiamo la coscienza a posto per le correzioni fatte fin da subito alla legge Fornero; dobbiamo andare avanti pensando anche alle pensioni dei giovani. Già nel decreto è previsto che la rivalutazione del montante contributivo, quindi dei propri contributi versati nell'arco di tutta la vita lavorativa, debba sempre essere positivo, almeno l'1% indipendentemente dall'eventuale pil negativo.

Dobbiamo tutti insieme Camera, Senato e Governo correggere le attuali distorsioni del sistema che, senza nessun intervento, permetterebbe a quasi tutte le donne di andare in pensione solo a 70 anni, perchè la manovra prevede che per andare prima si debba avere un calcolo di pensione superiore a 600 euro mensili. La sentenza della Consulta che ha reso necessario questo decreto deve essere letta tutta e non presa a pezzi; in essa c'è un invito chiaro a tenere presente i più poveri. Invece durante la discussione del decreto sono stati presentati emendamenti per restituire la indicizzazione anche alle pensioni più alte, alle famigerate pensioni d'oro".


Redazione Agenzia Stampa Italia

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