(ASI) "Quando il governo riceve dal Parlamento la delega a recepire una direttiva dovrebbe, limitarsi ad adottare le norme necessarie per attuare la direttiva stessa, senza introdurre disposizioni aggiuntive.
In commissione Politiche Ue, invece, il Pd si è appena votato da solo il parere favorevole su uno schema di decreto legislativo volto al recepimento della direttiva 2009/138/Ce, in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazioni che interviene anche sul riparto delle competenze di vigilanza nel settore delle assicurazioni, materia estrenea alla direttiva in questione. Il parere chiede al Governo di espungere eventuali norme non necessarie a recepire la direttiva, senza dire quali siano e facendo un fumoso riferimento al gold plating, la pratica di iper regolare rispetto a quanto previsto dalla direttiva, che non è dato capire dove sussita. ". Lo dice la deputata di Scelta Civica Adriana Galgano, a proposito dell'atto 146 del governo sulla direttiva 2009/138/Ce, in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione .
"Tutto ciò- aggiunge- è successo nonostante l'articolo 30 della direttiva europea ribadisca che la vigilanza rientri nella competenza esclusiva del legislatore nazionale, che deve intervenire esclusivamente tramite il procedimento legislativo ordinario".
Per Galgano si tratta "di un comportamento gravissimo per almeno tre motivi. In primo luogo, in questo modo si consente al governo di sottrarre impropriamente al dibattito democratico interventi di fortissima rilevanza politica ed economica. In secondo luogo, si crea un precedente molto pericoloso nell'interpretazione dell'art. 32 della legge n. 234, che apre la strada all'inserimento nelle prossime leggi europea e di delegazione europea di norme vagamente riconducibili all'obiettivo di recepire direttive e altri atti dell'UE. In terzo luogo, si crea una palese e francamente ridicola incoerenza, perché al Senato in sede di esame del ddl di delegazione europea si sono assunti orientamenti diversi. In questo modo ci ritroviamo nella singolare situazione in cui governo e Parlamento intervengono, apparentemente e all'insaputa l'uno dall'altro, sulla stessa materia in modo incoerente con diversi strumenti. Tutto questo rischia di trasformarsi in una confusione che danneggia i diritti del consumatore e il cittadino, a tutela dei quali invece le direttive devono agire".
Redazione Agenzia Stampa Italia