Lo sarà perché i Paesi in via di sviluppo, dal Sud America all’Asia passando per l’Africa, raggiungeranno un livello di benessere tale da richiedere una produzione di energia forse anche doppia rispetto a quella attuale, visto il numero di persone coinvolte. Pensare di investire 40.000 miliardi di dollari nei prossimi venti anni, però, è pura utopia: neanche le economie più solide come la Cina, l’India o il Brasile saranno in grado di sostenere questi costi”. Sono le parole di Alfonso Fimiani, Presidente dei Circoli dell’Ambiente, che continua: “La necessità è trovare fonti alternative che possano sostituire in maniera efficace, efficiente ed economica il carbone ed il petrolio sarà la vera sfida dei prossimi anni: continuo a pensare che l’unica vera soluzione sia attualmente il nucleare, la fonte energetica più pulita, sicura ed economica, ma sono da sempre sostenitore del mix energetico, della differenziazione delle fonti”. Concludendo afferma: “Un dato è certo: l’economia e la finanza hanno dimostrato di non poterci salvare; dovremo affidarci alla scienza ed alla ricerca”.