Le domande che gli rivolgiamo non sono poche, spaziano in tutto il campo dell'attualità politica, da Renzi a Berlusconi, quest'ultimo pochi giorni fa “ospite” di un gazebo dei radicali insieme a Marco Pannella.
Fulvio cosa ne pensa del duo Berlusconi Pannella?
Come si dice a Milano Berlusconi si sente “in cansaza”, ovvero in carcere, per cui potrebbe cercare in Pannella un appoggio, diciamo una solidarietà, anche perché, è giusto dirlo, i radicali sono gli unici nel panorama politico ad essere sensibili alla condizione dei detenuti. Dal canto suo Pannella è un po' opportunista, capace di qualsiasi cosa per sé e per i radicali. Il sodalizio PR Forza Italia, poi, non è nuovo: pensiamo ad esempio all'episodio di due anni fa a Roma (Pannella insultato durante la manifestazione del 15 Ottobre 2011), quando il PR fu accusato dalla sinistra più dura di non aver contribuito a far cadere il governo di centro destra.
Nelle stesse ore del raccolta firme per il referendum sulla giustizia, Matteo Renzi ed Enrico Mentana intervenivano ad una convention Pd. Che impressione le ha fatto Renzi?
Un personaggio minore di Panariello, un politico inconsistente con una faccia da Calippo che non ha ancora formulato una sua strategia. Vede, governare, specialmente di questi tempi, è difficile: le risorse sono poche e certamente uno come Renzi non sarebbe all'altezza del ruolo.
E quale allora il futuro del Pd?
Che le dico? I vecchi dirigenti dovrebbero andarsene e dovrebbe rinascere un partito come quello socialista pre Craxi, caratterizzato da una spiccata laicità, cosa quest'ultima complicata da ottenere a causa di una classe dirigente cattolica che blocca l'evoluzione della sinistra italiana.
E Vendola?
Sel è un grumo di ambizioni e Vendola è il beauty case del Pd che si spende in elogi a Papa Bergoglio, tanto per ricollegarci al precedente discorso sulla laicità. Il suo partito forse sarebbe anche confluito nel Pd se questo non si fosse evoluto in chiave moderata.
Destra “extra PdL” : Meloni o Storace?
La Meloni è inconsistente perché non esiste e non ha argomenti. Storace viene invece da una storia come il suo collega e amico “er Pecora” (Teodoro Buontempo) che conosceva uno per uno i suoi elettori ed aveva un presidio fisso ad Ostia. Ma nel tempo Storace come Buontempo ha iniziato a fare i conti con il precipizio dei consensi.
Salutiamo Abbate e lo ringraziamo per il suo tempo e la sua lettura satirica dell'attualità politica nostrana, capacità che gli ha fatto meritare anche un premio che riceverà tra pochi giorni a Forte dei Marmi.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia