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(ASI) L’ex capogruppo del PdL alla regione Lazio Franco Fiorito continua a far parlare di sé. Alla trasmissione “Un giorno da pecora” su Radio2 ha rilasciato una lunga intervista. “I soldi li ho solo spostati, non li ho rubati. Non sono un ladro”, dice Fiorito iniziando l’intervista. Poi prosegue ammettendo di aver trasferito un milione di euro dal conto corrente del partito al suo.
Un condanna costatagli tre anni e quattro mesi per peculato e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici: “ Non c’era nulla di male. Ero il capogruppo, era la stessa cosa, spostati non vuol dire rubati. Gli altri si sbrigavano a spendere, io preferivo aspettare il momento giusto per la campagna elettorale. Delle cene con ostriche e champagne nemmeno una fatta da me. I fondi erano ufficiali , erano stati attribuiti con delibere. Io che li ho ricevuti sono stato condannato, chi li ha distribuiti non è nemmeno indagato. Sono stato il personaggio perfetto al momento perfetto. Penso di essere stato arrestato per motivi pubblici. Il peculato è un reato che non credo necessitasse di tanta cattiveria. Quel giorno sembrava una sfilata di moda; i finanzieri si sono sistemati le pettorine in cinque minuti, una bella marescialla che si è truccata in casa mia”. I conduttori di Radio2 chiedono a Fiorito anche del suo aspetto fisico, lui risponde: “Credo sia stato uno degli elementi che mi ha reso adatto al ruolo che mi hanno dato. Perfetto, sono stato un target perfetto”. Inoltre Fiorito in anteprima svela che: “Mi hanno offerto una candidatura alle Europee. Per la mia storia avrei scelto An, se ci fosse stata l’An di una volta. Voglio precisare che non sono mai stato un fascista”. Poi continua dicendo: “Mi hanno restituito la mia jeep che mi avevano sequestrato. Me l’hanno dovuta ridare perché il giudice ha stabilito che era stata pagata con i miei soldi”. Sulla sua vita privata svela: “Sono fidanzato e convivo. Un bella ragazza bionda, con occhi azzurri. La persona migliore incontrata nella mia vita, mi mandava ogni giorno una lettera quando ero in carcere”.
Davide Caluppi - Agenzia Stampa Italia
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