(ASI) Il, quantomeno, discutibile governo Monti continua a tassare gli italiani che già faticano ad arrivare alla fine del mese a causa di una violenta crisi economica cui l’esecutivo dei professori e di Elsa “lacrima facile” Fornero sembra incapace di trovare un rimedio.
Seguendo l’esempio del peggior Visco non passa giorno senza che la banda Monti metta le mani in tasca agli italiani e nel serbatoi delle nostre vetture.
L’ultima trovata geniale, subito rientrata per via delle proteste, è quella di una nuova accisa, ovvero tassa, sulla benzina per finanziare la Protezione civile, 5 centesimi per lo Stato e altri 5 per i Comuni.
Dopo la casa, da sempre bene rifugio degli italiani, la pompa di benzina è da sempre il bancomat preferito dai governanti, l’elenco delle accise che gli italiani sono costretti a pagare da quando c’è la Repubblica è lunghissimo: accisa per le crisi di Suez del 1956, disastro del Vajont del 1963, alluvione di Firenze del 1966, terremoti del Belice, del Friuli e dell’Irpinia tra il 1968 ed il 1980; missioni militari in Libano e Bosnia oltre a tasse varie.
Va poi detto che a tutti questi odiosi balzelli va poi aggiunta l’Iva quindi noi italiani finiamo per pagare queste accise più di quello che dovremmo.
A onor del vero va però detto che la prima tassa sulla benzina fu messa dal Fascismo nel lontano 1935 per finanziare la guerra d’Etiopia. A differenza di tutte le accise venute dopo giova però ricordare che all’epoca solo i ricchi potevano permettersi un’automobile e quindi solo i benestanti erano costretti a pagare questo odioso balzello, unico caso in Italia e probabilmente con pochissimi altri nel mondo di tassa contro i ricchi e non contro i poveri.
Appare però opportuno soffermarsi ancora sulle quasi 2 lire, per la precisione 1,90, decise da Mussolini negli anni ’30; la democrazia atlantica la potere nel nostro paese dall’8 settembre 1943 ha infatti piano piano letteralmente smantellato quanto fatto dal Fascismo, emblematico in tal senso l’ultimo colpo mortale inferto allo Stato sociale dal duo Monti-Fornero ma questo no, questo balzello ha deciso di tenerlo in vigore.
Qui però nasce un problema etico non piccolo, le entrate delle accise dovrebbero andare a finanziare ciò per cui vengono istituite; attualmente però l’Italia, pur essendo impegnata in varie guerre per soddisfare l’imperialismo statunitense non ci risulta stia cercando di riconquistare l’antico impero nel corno d’Africa.
A questo punto la domanda sorge spontanea: o in gran segreto l’Italia sta progettando una nuova invasione all’Etiopia oppure da quasi 70 anni lo Stato ci sta letteralmente prendendo in giro chiedendo dei soldi che non gli servono, e quindi ci deruba, oppure li utilizza per scopi diversi, e quindi ci sta truffando.
Nei giorni scorsi Giorgio Napolitano, classico esempio di comunista filo statunitense, ha detto che chi evade le tasse è indegno di questo paese, ci piacerebbe sapere cosa pensa di governi che chiedono soldi agli italiani e poi non li utilizzano per quel fine, per quel poco che lo conosciamo possiamo scommettere che li assolverebbe visto che anche lui ne ha fatto parte.
Noi non siamo evasori, anche volendo non potremmo certo rifiutarci di pagare l’accisa per la guerra d’Etiopia, siamo solamente cittadini che pagano le tasse e che vorrebbero in cambio dei servizi.
Ci tassano per una guerra? O ci ridanno l’Impero oppure tagliano quell’accisa e ci risarciscono fino all’ultimo centesimo incassato in modo fraudolento.