Proprio l’avversione verso il marito della signora Bruni dovrebbe però avvantaggiare i rivali.
Gli elettori di destra infatti sempre più delusi dall’inquilino dell’Eliseo potrebbero dirottare i voti o verso il centrista, di ispirazione gollista, Bayrou o verso la figlia d’arte Marina Le Pen.
Determinante alla fine dovrebbe essere proprio quel dieci percento abbondante di cui è accreditato il centrista, una quota insufficiente per giungere al ballottaggio ma che il caso di secondo turno lo porterebbe a dettare le condizioni ai suoi potenziali alleati determinandone poi la politica.
Bayrou non ha mai amato troppo Sarkozy e la sua politica, più di facciata che dei fatti, fosse stato l’unico candidato del centrodestra vincerebbe a mani basse ma con il presidente uscente in campo non può aspirare a risultati storici.
Marina le Pen non appare in grado di replicare il clamoroso risultato ottenuto dal padre dieci anni quando intercettando il malcontento del Paese riuscì ad arrivare al ballottaggio, poi perso.
A sfidare il centrodestra francese una vera e propria corazza di sinistra compatta dietro Hollande, cui in segreto fanno il tifo anche alcuni ambiziosi esponenti dell’Ump, il partito di Sarkozy, ansiosi di sbarazzarsi del presidente.
A confermare queste indiscrezioni la vera e propria macchina da guerra messa in piedi dalla sinistra dove ha trovato posto perfino Melenchon, un filo comunista che ha azzardato la proposta di una “Assemblea costituente per la sesta Repubblica, sociale, laica ed ecologica”; data la sua collocazione politica nel quasi certo ballottaggio non potrà che appoggiare Hollande, pena il rischio di lasciare di nuovo il paese nelle mani di Sarkozy.
Mentre le presidenziali si avvicinano tutti gli occhi sono puntati sul ballottaggio quando Sarkozy potrebbe subire una disfatta seconda solo, forse, a quella subita da Le Pen nel 2002.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia