(ASI) Domenica, una massiccia manifestazione di cittadini e attivisti sudanesi si è tenuta nei pressi del Parlamento britannico a Londra.
Alcuni manifestanti indossavano gilet gialli, simili agli equipaggiamenti di protezione contro le armi chimiche, e maschere, per denunciare l’uso di queste armi vietate a livello internazionale nel conflitto in corso in Sudan, in particolare negli Stati della regione del Darfur, con gravi conseguenze per i civili.
Durante il raduno, sono stati esibiti cartelli in arabo e in inglese che lanciavano un messaggio comune all’opinione pubblica araba e internazionale. I manifestanti chiedevano pressioni sull’autorità di Port-Sudan affinché si impegni nei negoziati di pace. Questa autorità, infatti, resta a oggi l’unica parte a rifiutarsi di parteciparvi, prolungando così la guerra. Nonostante i rapporti statunitensi affermino che le forze di Port-Sudan abbiano fatto uso di armi chimiche per bombardare alcune aree del Darfur, la popolazione sudanese — già devastata da una carestia acuta — non ha praticamente accesso a dispositivi di protezione individuale come indumenti e maschere specializzate.
Nel 2023, il mercato globale degli indumenti protettivi è stato stimato in 11,3 miliardi di dollari statunitensi, e dovrebbe raggiungere i 18,6 miliardi entro il 2029, con un tasso di crescita annuale medio dell’8,72%. Cifre ampiamente fuori portata per i sudanesi.Questi dispositivi sono progettati per proteggere da vari rischi, tra cui sostanze chimiche, incendi e agenti biologici. Il mercato comprende un’ampia gamma di prodotti, come indumenti ignifughi e tute resistenti agli agenti chimici.
Questa manifestazione arriva a poco più di un mese dalla conferenza internazionale sul Sudan tenutasi a Londra, co-organizzata da Regno Unito, Francia, Germania, Unione Africana, Unione Europea e Nazioni Unite, con la partecipazione di ministri di 14 Paesi e organizzazioni internazionali. La conferenza ha chiesto un cessate il fuoco immediato e duraturo, nonché una via d’uscita dalla crisi.
I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di una transizione verso un governo civile eletto dal popolo sudanese, e hanno chiesto la fine di ogni ingerenza straniera che possa esacerbare il conflitto. Il Regno Unito e l’Unione Europea si sono impegnati a fornire centinaia di milioni di dollari per alleviare le sofferenze umanitarie in Sudan. La conferenza si è svolta in occasione del secondo anniversario della guerra in Sudan, che ha causato la morte di decine di migliaia di persone, lo sfollamento di 14 milioni di persone e gettato vaste aree del paese nella carestia. I partecipanti hanno inoltre chiesto un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli a tutte le zone colpite, in conformità agli impegni della Dichiarazione di Gedda e agli obblighi del diritto internazionale umanitario.
Il New York Times ha riferito, lo scorso gennaio, che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni ad Abdel Fattah al-Burhan, evidenziando prove solide di crimini di guerra. Secondo quattro alti funzionari americani, le forze di Burhan hanno utilizzato armi chimiche almeno due volte contro le Forze di Supporto Rapido. Sempre secondo il quotidiano, queste armi sono state recentemente schierate in zone remote del Sudan e utilizzate concretamente. Le autorità americane temono ora che possano essere impiegate in aree densamente popolate, come la capitale Khartoum.
L’annuncio dei rapporti relativi all’uso di armi chimiche ha coinciso con l’imposizione di sanzioni da parte degli Stati Uniti contro Burhan per le atrocità documentate commesse dalle sue milizie, tra cui bombardamenti indiscriminati su aree civili e l’uso della fame come arma di guerra.
Il ricorso ad armi chimiche rappresenta una soglia particolarmente grave oltrepassata in questa guerra guidata da forze islamiste in Sudan. Il conflitto ha provocato quella che è attualmente la peggiore crisi umanitaria del mondo, con circa 150.000 morti, oltre 11 milioni di sfollati, e la più grave carestia degli ultimi decenni. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dichiarato:
«Sotto la guida di Burhan, le tattiche di guerra adottate dalle sue forze hanno incluso bombardamenti indiscriminati contro infrastrutture civili, attacchi contro scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali.»