UMEM-AISC-CO-MAI: Nella Striscia di Gaza si contano tragicamente più di 792 morti e 1633 feriti dal 18 marzo scorso, giorno di ripresa del conflitto. Dall’inizio della guerra, il 07.10.2023, sono più di 163 mila i feriti e oltre 50mila i decessi, di cui 15mila i bambini che hanno perso la vita. Siamo di fronte ad una emergenza sanitaria e umanitaria di proporzioni immani. Nostro nuovo appello alle politiche internazionali per un immediato cessate il fuoco.
(ASI) Roma - A nome dei rispettivi consigli direttivi, e per voce del leader e presidente Prof. Foad Aodi, l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e la Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), di cui Aodi è Presidente Onorario, con la collaborazione di AISC NEWS e Radio Co-mai internazionale (con esponenti in oltre 120 paesi del mondo), esprimono profonda preoccupazione per la ripresa atroce del conflitto nella Striscia di Gaza dal 18 marzo scorso. Dopo una tregua effimera, in cui avevamo riposto speranza, ci troviamo nuovamente di fronte a una crisi umanitaria di proporzioni devastanti.
"Evidentemente, le politiche estere delle grandi potenze devono interrogarsi su dove abbiano fallito," dichiara il Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC (Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini), membro del Registro Esperti FNOMCEO, quattro volte consigliere dell'OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata. "Serve un'azione immediata e concreta per fermare questa strage e garantire assistenza alle vittime."
Situazione Sanitaria Critica
Dal 7 ottobre 2023 ad oggi, il conflitto, ha causato oltre 50.000 morti, di cui circa 15.000 bambini, rappresentando il 30% delle vittime totali. Inoltre, il 31% dei feriti sono bambini. Solo dal 18 marzo, data della ripresa delle ostilità, si registrano oltre 793 morti e 1.663 feriti.
"Ci troviamo di fronte a una catastrofe sanitaria senza precedenti. Gli ospedali sono al collasso, manca tutto: farmaci, strumenti medici, sangue, acqua ed elettricità. Intere famiglie sono disperate, senza alcuna possibilità di ricevere cure adeguate. I numeri reali potrebbero essere ancora più drammatici, perché molte vittime sono ancora sotto le macerie e centinaia di persone risultano disperse," sottolinea il Prof. Aodi.
La situazione degli ospedali è particolarmente critica: su 37 strutture sanitarie, solo 7 sono operative e anche queste funzionano parzialmente, tra continue emergenze e carenze di materiali. "Manca il 60% dei farmaci essenziali, inclusi quelli per dialisi, oncologia e chirurgia. Il sangue scarseggia e le donazioni sono poche, aggravate dal digiuno del Ramadan. Inoltre, la mancanza di elettricità rende impossibile garantire la sicurezza dei pazienti più fragili, come quelli in terapia intensiva."
Gli ospedali, già al limite, sono stati anche bersaglio di attacchi. "L’ospedale specializzato in oncologia è stato bombardato, lasciando migliaia di malati senza cure. Nell’ospedale indonesiano di Gaza, un solo generatore fornisce elettricità a tutta la struttura, dove sette pazienti in rianimazione rischiano la vita ogni minuto."
Appello Urgente
Le associazioni firmatarie chiedono all'Italia e alla comunità internazionale di intervenire con urgenza, inviando immediatamente aiuti sanitari, aprendo gli ospedali ai feriti e garantendo un'assistenza adeguata e continuativa.
"Tanti feriti riescono a essere trasferiti in ospedali fuori dalla Striscia, ma poi vengono abbandonati a loro stessi, senza il necessario follow-up medico. Abbiamo bisogno di un impegno reale, non solo di annunci. Occorrono ospedali mobili, missioni di medici specialisti e una risposta immediata per salvare le vite che possiamo ancora salvare."
Tra le specializzazioni più richieste, vi sono:
Emergenza e medicina d’urgenza
Ortopedia e traumatologia
Chirurgia generale e neurochirurgia
Cardiochirurgia
Ginecologia e chirurgia pediatrica
Pneumologia e infettivologia
"I pazienti cronici stanno morendo a causa della mancanza di cure," denuncia il Prof. Aodi. "I malati oncologici non hanno accesso ai trattamenti, i dializzati non ricevono terapie, e le infezioni si stanno diffondendo rapidamente tra la popolazione indebolita dalla guerra e dalle condizioni igienico-sanitarie disastrose."
Solidarietà ai Professionisti della Sanità e ai Giornalisti
Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai professionisti della sanità e ai giornalisti, due categorie duramente colpite dal conflitto. "Medici, infermieri e soccorritori lavorano senza sosta e in condizioni inimmaginabili, rischiando la vita ogni giorno. Allo stesso modo, i giornalisti che cercano di raccontare la verità vengono uccisi, feriti o intimiditi. Questa è una violazione dei diritti fondamentali e non possiamo restare in silenzio."
Proprio in questo periodo, in Italia e in altri Paesi, si stanno tenendo le elezioni dei giornalisti. "Mi sto impegnando personalmente nella campagna per la difesa della libertà di espressione e per la protezione degli operatori dell’informazione nelle zone di guerra. Chiediamo alla comunità internazionale di garantire misure di sicurezza per chi lavora sul campo, documentando la realtà con coraggio e professionalità."
Statistiche del Conflitto a cura di UMEM (con i nostri medici nel mondo), Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia), AISC (Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini) e RADIO CO-MAI INTERNAZIONALE (con i nostri giornalisti in oltre 120 paesi del mondo).
Morti totali dal 7 ottobre 2023: oltre 50.000, di cui 15.000 bambini (30% delle vittime)
Feriti totali: oltre 163.000, di cui il 31% bambini
Morti dal 18 marzo 2025: oltre 792
Feriti dal 18 marzo 2025: oltre 1.663
Ospedali funzionanti: 7 su 37
Sfollati dal 18 marzo 2025: oltre 120.000
*Senza contare i numerosi dispersi dall’inizio della guerra.
"Questi numeri sono destinati a salire se non si interviene subito. Serve un impegno politico e umanitario chiaro, al di là delle dichiarazioni di principio. Chiediamo che l'Italia, l'Europa e le istituzioni internazionali si attivino immediatamente per fermare questa strage e garantire un futuro alla popolazione di Gaza."
Invitiamo la comunità internazionale ad agire ora, con decisione, per porre fine a questa tragedia umanitaria e tutelare i diritti fondamentali della popolazione civile.
Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al prof. Foad Aodi Presidente UMEM e Presidente Onorario Co-mai,Kamel Belaitouche presidente della co-mai insieme ai vicepresidenti Co-mai, Daoudi Tilouani e Neserat Hakim.
Ufficio stampa Uniti per Unire
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