(ASI) Continuano senza soluzione di continuità le violenze in Ecuador, dove per il terzo mese consecutivo gli omicidi hanno superato il numero di 700, nonostante lo stato di emergenza in diverse regioni e altre misure di sicurezza per combattere la violenza e l'insicurezza.
Il Paese sudamericano, che sta vivendo un “conflitto armato interno” dichiarato dal presidente Daniel Noboa all’inizio del 2024 per combattere le bande della criminalità organizzata, ha registrato 793 omicidi a gennaio e altri 710 a dicembre 2024. Nei primi mesi del 2025 sono già stati registrati 1529 omicidi, più di quelli registrati negli stessi mesi del 2024, quando furono 892; e quelli del 2023, in cui sono stati commessi 1.039 reati.
Ad oggi il 2023 è stato l'anno con il numero più alto di morti violente, con picchi di 800 casi, rendendo l’Ecuador il Paese più violento della regione.
Secondo i dati del Ministero dell'Interno, la provincia più colpita dalla violenza criminale è Guayas, dove si sono verificati circa 384 omicidi a febbraio, che si aggiungono ai 395 commessi a gennaio; la zona 8 della provincia costiera, che comprende i comuni di Guayaquil, Durán e Samborondón, in cui sono stati registrati 300 crimini a febbraio e 303 a gennaio, è l'epicentro della violenza causata dalle dispute territoriali tra bande legate al narcotraffico.
Oltre a Guayas, anche altre province costiere presentano tassi di omicidio elevati, come Manabí, in cui sono stati registrati 74 crimini a febbraio, e Los Ríos, in cui si sono verificati 104 omicidi nello stesso mese.
A causa dell'aumento della violenza e dell'insicurezza, venerdì diverse organizzazioni per i diritti umani hanno riferito che centinaia di famiglie sono state costrette ad abbandonare le loro case per proteggere la propria vita nella città di Guayaquil. Stando a quanto si apprende le bande della criminalità organizzata hanno sfrattato diverse famiglie attraverso minacce ed estorsioni, con l'obiettivo di utilizzare le case per nascondere armi, droga o addirittura persone rapite.
Il governo ecuadoriano ha collegato questa escalation di violenza alle elezioni presidenziali e a fine febbraio ha lanciato l'allarme per un picco di criminalità a marzo, presumibilmente causato da gruppi criminali legati alla politica.
Fabrizio Di Ernesto per Agenzia Stampa Italia