(ASI) La decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni contro 16 funzionari del governo di Nicolas Maduro - accusati di aver contribuito a ostacolare la trasparenza nel processo elettorale in Venezuela - rappresenta per Caracas “un’aggressione”, come si legge in un comunicato diffuso dal ministro degli Esteri del paese bolivariano, Yván Gil, che sottolinea: “L’adozione delle misure coercitive, unilaterali, illegittime e illegali di Washington mostra ancora una volta disprezzo per il diritto internazionale, l’autodeterminazione dei popoli e la volontà democratica dei venezuelani”.
Per le autorità locali la scelta a stelle e strisce rappresenta una “violazione degli accordi firmati in Qatar e mira ad imporre politiche di cambio di regime a un intero Paese e alle sue istituzioni, come parte della Dottrina Monroe”.
Come risposta alla decisione statunitense il presidente Maduro ha conferito l'Ordine dei Liberatori e delle Liberatrici di prima classe, la più alta onorificenza del Venezuela, a quattro dei cinque militari sanzionati dagli Stati Uniti. Parlando nel corso della cerimonia per la consegna delle onorificenze il primo mandatario bolivariano ha sottolineato: “I gringos non saranno in grado di fermare il corso della rivoluzione bolivariana, né oggi, né mai potranno indebolire o dividere la potente unione civico-militare-poliziesca del potere popolare”.
Intanto Washington respinge le accuse venezuelane di aver ordito un complotto, tramite la Cia, per eliminare fisicamente Maduro mosse dopo l’arresto di sei stranieri, tra cui un Navy Seal statunitense. Il Dipartimento di Stato statunitense ha definito le accuse “categoricamente false”, aggiungendo in una dichiarazione che gli Stati Uniti “continuano a sostenere una soluzione democratica alla crisi politica in Venezuela”.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia