(ASI) In Messico, continua a far discutere la riforma giudiziaria proposta dal governo e fortemente osteggiata dal mondo della magistratura. Tra i principali sostenitori della nuova legge, che prevede l’elezione diretta dei giudici, il presidente uscente Andrés Manuel López Obrador (Amlo) secondo cui da ora in poi sarà possibile amministrare onestamente la giustizia.
Tornando a parlare dell’argomento il primo mandatario ha condannato la decisione “anticostituzionale” di due giudici, che hanno concesso due sospensioni, per fermare la discussione sulla riforma giudiziaria nel Congresso. Durante la sua consueta conferenza stampa al Palazzo Nazionale, López Obrador ha dichiarato: “Crediamo che la magistratura siamigliorabile, c’è molta influenza, nepotismo e corruzione” sottolineando come il cambiamento sia essenziale e “per questo presentiamo un’iniziativa per riformare la Costituzione per eleggere giudici, magistrati e ministri, siano loro. È meglio che al popolo di sceglierli con voto diretto e segreto”.
Amlo ha poi aggiunto: “Quanti giudici rilasciano presunti criminali della criminalità organizzata e anche criminali dai colletti bianchi?” Il capo dello Stato ha sottolineato che esistono prove del rilascio di tutti questi criminali nei fine settimana, il cosiddetto “sabadazo. "È dimostrato che dei 100 rilasciati, 20, 25 vengono rilasciati dal martedì al giovedì e di questi 100, 75 e anche 80 dal venerdì alla domenica”, sottolineando come “la magistratura non sia al servizio delle persone che chiedono giustizia ma esiste solo per servire coloro che sono ai vertici del potere economico, del potere politico e della criminalità organizzata”,
López Obrador ha affermato che la magistratura agisce in modo irresponsabile e contraddittorio, poiché “osa promuovere azioni che invadono i poteri del Potere Legislativo e violano anche la Costituzione. Immaginate se la magistratura, che ha il compito di mantenere una stretta osservanza della Costituzione e delle leggi, diventasse il violatore più tenace della Costituzione e delle leggi”.
Fabrizio Di Ernesto per Agenzia Stampa Italia