(ASI) L'ECOWAS, l'organizzazione regionale dell'Africa occidentale, si sta preparando a un potenziale intervento militare congiunto in Niger per affrontare la crisi politica scaturita dal colpo di stato dello scorso mese. Il Vertice di Accra tenutosi il 16 e 17 agosto ha visto i Capi di Stato Maggiore dei Paesi membri discutere la possibilità di un'azione armata in caso di mancato successo dei negoziati diplomatici.
La spinta per l'intervento sembra provenire principalmente dalla Francia, sebbene gli Stati Uniti abbiano preferito evitare dichiarazioni dirette sull'argomento, affermando il loro sostegno alla diplomazia. In un contesto complesso, l'ECOWAS sembra orientata a stabilire un contingente militare congiunto, con la prospettiva di un coinvolgimento anche da parte di altri paesi.
Tuttavia, gli esperti sollevano preoccupazioni in merito alle conseguenze potenziali di un'azione militare in Niger. La situazione potrebbe deteriorarsi ulteriormente, generando instabilità duratura, flussi migratori massicci e persino un aumento del terrorismo internazionale, simile a quanto accaduto dopo la crisi libica.
Nel tentativo di gestire la situazione, l'Unione Africana e i leader africani si sono espressi contrari a un intervento militare in Niger, cercando soluzioni diplomatiche e pacifiche. Tuttavia, la situazione è fluida e le decisioni potrebbero evolvere in base agli sviluppi futuri.
La possibile partecipazione della Nigeria, guidata dal presidente Ahmed Tinubu, potrebbe avere un impatto significativo sull'eventuale intervento. Tuttavia, gli esperti sottolineano che un'azione militare potrebbe avere effetti negativi sulla stabilità economica e sociale della regione, comprese le possibili tensioni etniche.
La decisione dell’intervento militare è stata annunciata da Alassane Ouattara, presidente della Costa d'Avorio, che ha indicato la formazione di un contingente composto da diverse nazioni per affrontare la crisi nigerina.
Nonostante il chiaro intento di stabilizzare la situazione in Niger, la comunità internazionale rimane in attesa, osservando attentamente gli sviluppi della crisi e valutando le possibili implicazioni a livello regionale e globale.
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa Italia