(ASI) Nonostante il cessate il fuoco il governo di Tel Aviv non ha deposto le armi e dopo la Striscia di Gaza sta ora cercando di liquidare il problema palestinese in Cisgiordania; anche se il mondo continua, colpevolmente, a girare la testa dall’altra parte la società civile continua a mobilitarsi in sostegno della causa palestinese.
Per 16 mesi le forze di occupazione israeliane, con violenza inaudita, hanno bombardato la Striscia di Gaza sotto lo sguardo indifferente o complice del mondo, proprio con le armi fornite da molti paesi occidentali; ad oggi i più grandi fornitori di materiale militare a Israele sono di gran lunga gli Stati Uniti, seguiti dalla Germania, con l'Italia al terzo posto in Europa con molti paesi che hanno facilitato le spedizioni di armi per raggiungere Israele attraverso i loro aeroporti, spazi aerei, porti o sotto la loro bandiera.
Proprio per questo motivo il movimento Bds ha avviato la campagna internazionale di embargo militare contro Israele per il 7 e l’8 febbraio.
L’obiettivo quello di sollecitare i governi a non inviare più a Tel Aviv le armi con cui stanno massacrando il popolo palestinese.
Per quanto riguarda l’Italia in questa giornata apposite iniziative si terranno a Trieste, Lecco e Bologna, mentre a breve manifestazioni simili si svolgeranno anche a Roma ed Ancona.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia