(asi) Giornata di protesta ieri, mercoledì 15 marzo, in Venezuela a causa degli stipendi che non vengono aumentati da un anno. Lavoratori pubblici, pensionati e sindacati sono così scesi in piazza a Caracas per chiedere miglioramenti economici e sociali all’amministrazione del presidente Nicolas Maduro, sotto lo slogan “a un anno dall’aumento dello stipendio siamo poveri”.
I manifestanti si sono radunati davanti alla sede del ministero del Lavoro nel cuore del centro di Caracas, con una torta per il “compleanno infelice” dell’aumento spiegando che l’attaule livello delle retribuzioni rende i venezuelani “affamati”.
Parallelamente hanno manifestanti anche i sostenitori del governo che al grido di “non ritorneranno” sono scesi in strada per chiedere l’annullamento delle sanzioni imposte unilateralmente dagli Usa e la revoca del blocco economico disposto sempre da Washington ai danni dell’amministrazione chavista.
Gli esponenti delle forze di sicurezza si sono frapposti tra i due gruppi per impedire che questi venissero a contatto tra loro, l’esponente dell’opposizione Carlos Salazar ha spiegato di aver indetto la manifestazione perché con attualmente lo stipendio è troppo basso rispetto ai prezzi in vigore nel paese, mentre alcuni manifestanti hanno accusato il governo “di voler far morire di fame la popolazione” con retribuzioni troppo basse.
A causa delle sanzioni e del blocco economico l’inflazione nel paese indiolatino continua a salire tanto che su base annua a febbraio si è attestata al 537,7%.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia