(ASI) Strasburgo – Dura presa di posizione dell’Europarlamento nei confronti degli organizzatori dei Mondiali 2022. Mentre è in corso la principale competizione calcistica su scala globale, i deputati europei vanno all’attacco della Federazione diretta dall’italo-svizzero Gianni Infantino e stigmatizzano il comportamento delle autorità qatariote.
Lo scorso 24 novembre l’Assemblea di Strasburgo si è pronunciata sulla procedura di assegnazione del prestigioso evento sportivo e sulla condizione dei diritti fondamentali nel paese ospitante. Ne esce una severa risoluzione che sprona la FIFA a varare importanti riforme interne ed esorta l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani a risarcire con il denaro il mancato rispetto dei più basilari diritti umani.
Nello specifico, gli eurodeputati puntano il dito sulle migliaia di manovali morti durante la costruzione degli avveniristici stadi che stanno ospitando le partite. Si tratta per la maggior parte di immigrati, operai di cantieri edili deceduti o ammalatisi gravemente in un ambiente professionale precario, privo di qualsiasi tutela. In moltissimi hanno perso la vita in seguito a ore e ore di aspro lavoro sotto il sole cocente. Hanno agito in condizioni massacranti, esposti al caldo estremo senza alcuna protezione e spesso senza contratti di impiego regolari.
Tale realtà si è trasformata in uno scandalo internazionale grazie ai riflettori accesi sulla celeberrima manifestazione sportiva, tuttavia in Qatar la precarietà del lavoro è da sempre all’ordine del giorno. Secondo il testo ufficiale della risoluzione dell’Europarlamento, infatti, l’Emirato possiede la più elevata proporzione di lavoratori migranti al mondo in rapporto alla popolazione nazionale. Un primato che acquisisce tinte fosche, in quanto agli stranieri non è concesso costituire sindacati in grado di tutelarli dalle pratiche vessatorie e discriminatorie cui sono abitualmente sottoposti. Allontanati dal resto della famiglia, gli operai si ritrovano alla mercé di chi li assume e sono costretti a pagare al datore commissioni salate per il semplice fatto di essere assunti. Tagliati fuori dalle coperture sindacali, spesso non percepiscono il salario per periodi prolungati oppure subiscono trattenute arbitrarie. Cambiare posto di lavoro risulta pressoché impossibile poiché i datori hanno l’abitudine di requisire i documenti di viaggio degli operai e usarli a mo’ di arma di ricatto.
Una situazione che l’Assemblea di Strasburgo ha deciso di non tollerare più. Si legge nel testo della risoluzione: “Il Parlamento europeo deplora la morte di migliaia di lavoratori migranti e gli infortuni subiti dai lavoratori durante i preparativi per la Coppa del mondo. Esorta le autorità del Qatar a condurre un'indagine esaustiva e a provvedere a un risarcimento per le famiglie nei casi in cui i lavoratori siano deceduti a causa delle loro condizioni di lavoro”.
Oltre alla mancanza delle tutele basilari per gli operai stranieri del settore edile, a preoccupare l’Europa è il pessimo stato in cui versano nel complesso i diritti fondamentali in Qatar. La risoluzione cita apertamente il controverso trattamento riservato al sesso femminile nei molteplici ambiti della vita sociale. Ma la disparità di genere non penalizza soltanto la piena realizzazione umana ed economica delle donne. I deputati europei menzionano con apprensione pure le discriminazioni gravanti sulla comunità LGBT+. Una legge statale, infatti, consente alle autorità qatariote di arrestare arbitrariamente, sottoporre a custodia cautelare per lunghi periodi di tempo o citare in giudizio gli omosessuali per “violazione della moralità pubblica”.
Nonostante l’evidente infrazione di principi imprescindibili nell’ordinamento giuridico occidentale, nel 2010 la FIFA ha assegnato proprio all’Emirato l’organizzazione dei Mondiali di calcio 2022. Una deliberazione, questa, che il Parlamento europeo condanna con assoluta fermezza. La risoluzione approvata, a tal proposito, contesta alla Federazione di aver agito in maniera irresponsabile e aggiunge: “La FIFA ha attribuito la Coppa del mondo senza esercitare la dovuta diligenza in materia di diritti umani e senza stabilire clausole per la protezione dei lavoratori migranti”.
Sotto i riflettori anche le direttive emanate dal presidente Gianni Infantino, le quali in mezzo alle polemiche generali e in contrasto con le scelte di alcune federazioni calcistiche sembrano assecondare il controverso atteggiamento dell’emiro. È il caso, ad esempio, della possibilità concessa ai direttori di gara di punire con un cartellino giallo o addirittura con l’espulsione i giocatori indossanti una fascia arcobaleno in nome della promozione dell’amore libero, in tutte le sue forme.
Le incriminazioni dell’Europarlamento si fanno, in merito, assai gravi. Nel testo ufficiale della risoluzione è scritto che l’assegnazione dei Mondiali al Qatar è avvenuta “in un contesto di accuse credibili di corruzione e concussione”. Ma è a questo punto che gli eurodeputati rincarano la dose: “La corruzione in seno alla FIFA è dilagante, sistemica, profondamente radicata. L'organizzazione ha gravemente danneggiato l'immagine e l'integrità del calcio mondiale”.
Asserzioni pesanti che, addebitando alla più rilevante federazione calcistica a livello globale di aver barattato i diritti umani con i soldi, rischiano di delegittimarla dal profondo. Come se non bastasse, la risoluzione chiede apertamente ai paesi europei sede delle grandi leghe nazionali di calcio – Italia compresa – di “esercitare pressioni sulla FIFA” al fine di indurla a varare radicali riforme interne. Il riferimento è all’introduzione di “procedure democratiche e trasparenti per l'assegnazione delle Coppe del mondo e la rigorosa applicazione dei diritti umani per i paesi ospitanti”.
A pochi giorni dal lancio dell’evento che avrebbe dovuto celebrarlo, il mondo del calcio appare scosso da un terremoto senza precedenti, lontano anni luce dai sogni di tifosi e appassionati.
Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia