(ASI) Per comprendere fino in fondo il quadro geostratecico e le allenze mondiali occorre fare una necessaria premessa: le percezioni che si hanno sulle cause del conflitto in Ucraina e sulla Russia nell'Anglosfera (USA,Regno Unito,Australia e Canada) e in Europa (dove, per la verità, non tutte le nazioni sono allineate con le decisioni della Nato e UE) sono assai differenti da quelle che si hanno nel resto del mondo.
Prova ne è che la Russia, ancora oggi, è un attore protagonista nello scenario internazionale. Ciò è particolarmente vero se si considerano sia i principali Paesi dell'Asia (con Cina e India in testa) sia quelli dell'Africa, sia i maggiori Stati produttori di risorse energetiche (Algeria, Angola, Mozambico, Kazakistan, Venezuela, Azerbaigian, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti), nazioni che considerano i rapporti con la Russia strategici. Stesso ragionamento vale anche per I Paesi emergenti che fanno parte del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e che spingono per l'affermazione di un mondo multipolare e non più unipolare a guida USA.
Ed è proprio in questa ottica delle allenze strategiche che si insericono i colloqui telefonici di sabato scorso fra il presidente russo Vladimir Putin e il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman Al Saud. Molte le tematiche internazionali affrontate dai due leader. Naturalmente hanno parlato del conflitto in Ucraina e di quello nello Yemen, di sviluppo della cooperazione bilaterale e della volontà di incrementare i già vantaggiosi legami esistenti in campo commerciale ed economico. Infine, Putin e Salman hanno valutato positivamente l'interazione tra Mosca e Riyad in ambito OPEC, volta a mantenere la stabilità del mercato petrolifero mondiale.
Redazione Agenzia Stampa Italia