(ASI) I dispacci militari e le agenzie giornalistiche di queste ultime ore dànno la netta sensazione che l'operazione militare russa in Ucraina si stia rapidamente concludendo. La capitolazione di Kiev è questione di ore.
Lo dimostra anche il fatto che, prevedendo gli eventi, già da qualche tempo le grandi banche e le compagnie d'affari occidentali avevano evacuato le loro sedi in Ucraina, cessando di fatto le loro attività in loco. Quali saranno le prossime mosse di Mosca? Senza dubbio - lo ha affermato il Presidente Putin - favorire la transizione politica verso un governo non pregiudizialmente ostile alla Russia, in attesa di indire nuove elezioni. Il Paese vive già da anni una forte crisi economica e le potenze occidentali finora si sono limitate a rifornirlo principalmente di armi. I 17 miliardi di euro erogati da Bruxelles per le riforme economiche e giudiziarie, negli ultimi 8 anni ,non hanno affatto risolto i problemi. Basti pensare che il 10% del PIL ucraino resta generato dalle rimesse degli emigrati. Il Paese, per rilanciare le proprie industrie ha necessità delle materie prime (in primi luogo gas e petrolio) a prezzi ragionevoli e questo lo può fare solo la Russia. Si tratta comunque di un processo lento e complesso, ma è fondamentale iniziarlo prima possibile. Di qui l'interesse russo a stabilizzare e normalizzaere, il Paese. Ogni eventuale prolungamento delle ostilità non farebbe altro che logorare e peggiorare una situazione già segnata da 8 lunghi anni di conflitto. Tutti problemi a cui UE e Nato non hanno prestato la dovuta attenzione, perché la loro priorità era quella di esercitare pressione militare sulla Russia, attraverso l'installazione di quegli impianti militari, di cui oggi la Russia sta effettuando il sistematico smantellamento in territorio ucraino.