(ASI) Molti lettori si chiederanno cosa è rimasto del muro voluto dall’amministrazione Trump al confine con il Messico. È stato in buona parte costruito ma non del tutto, in alcuni punti del confine. D’altra parte restano ancora accumulati i materiali come enormi travi d’acciaio e cemento, inutilizzati.
A circa un anno dalla fine della sua presidenza il muro di Trump resta un enigma. Voluto per contrastare l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti e la lotta ai cartelli della droga, molti materiali sono stati abbandonati a loro stessi.
Decine di migliaia di travi d’acciaio e di materiali cementizi sono dunque ammonticchiati letteralmente sullo snodo di confine. Il Presidente JoeBiden ha sospeso tutti i lavori di costruzione. Ma gli Stati Uniti continuano a pagarne le spese.
C’è anche da fare la considerazione sulla pericolosità degli oggetti pesanti per l’ambiente e per le persone. Il muro era già esistente, ciò che promise Trump fu un rafforzamento strutturale per andare a completare l’opera che è stata iniziata dai precedenti Governi.
Dei circa 700 chilometri eretti, solo 83 fanno parte di un lavoro ex-novo, d’altro canto il confine con il Messico è lungo circa 3.000 chilometri.
L’amministrazione Trump spese all’incirca 16 miliardi di dollari per il progetto. Durante la campagna elettorale successiva quella promossa da JoeBiden venne fatta la promessa dal Partito Democratico di non costruire più neanche una spanna del divisorio.
La decisione di interrompere i lavori non è stata tuttavia accompagnata da alcuna decisione in merito alle politiche concernenti l’immigrazione.
L’attuale Presidente degli Stati Uniti aveva anche promesso di redistribuire i soldi ai fornitori e di snellire le pratiche per la rimozione dei materiali. Tutto questo non è ancora avvenuto, aspettiamo delucidazioni.