(ASI) Il PIL della Regione Autonoma del Tibet ha raggiunto quota 92,61 miliardi di yuan, pari a circa 12,07 miliardi di euro, nella prima metà di quest'anno, per una crescita del 9,1% su base annua, in linea con l'obiettivo del 9% fissato per il 2021. Sono state le stesse autorità locali, sulla base del rapporto del Dipartimento regionale di statistica, a comunicare il dato nella giornata di ieri, aggiungendo che, nonostante la pandemia, la crescita media annua della regione nell'ultimo biennio è stata del 7,1% alla fine di giugno.
A confermare il basso impatto dell'emergenza sanitaria nella regione autonoma cinese è la produzione di valore aggiunto delle grandi imprese tibetane, cresciuta del 21,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e addirittura del 24,2% rispetto alla prima metà del 2019. Anche gli investimenti in capitale fisso compiono un notevole balzo in avanti, facendo segnare un +16,6% su base annua.
In forte ascesa pure i consumi, con le vendite al dettaglio cresciute del 13% rispetto al primo semestre dell'anno scorso, per un totale di 34,63 miliardi di yuan, pari a circa 4,51 miliardi di euro. Il vicedirettore dell'Ufficio Studi locale del Dipartimento Nazionale di Statistica, Li Fangping, citato da Xinhua, ha sottolineato l'importanza dello slancio della ripresa economica regionale, rimarcando che «è importante promuovere pienamente uno sviluppo di alta qualità per garantire il raggiungimento degli obiettivi annuali di sviluppo economico e sociale».
La pubblicazione dei dati economici della regione arriva ad una settimana dalla conclusione della visita del presidente Xi Jinping, giunto a Lhasa nel quadro delle celebrazioni per il 70° anniversario di quella che in Cina viene ricordata come la liberazione pacifica del Tibet, avvenuta il 23 maggio 1951, con la firma dell'Accordo dei 17 Punti, a conclusione di un'avanzata cominciata dopo la decisiva vittoria dell'Esercito Popolare di Liberazione nella battaglia di Qamdo dell'ottobre 1950. Nel giorno della celebrazione, il governo cinese aveva già rilasciato un nuovo libro bianco dedicato al percorso storico di sviluppo della regione, riportando i principali indicatori economici e sociali, oltre alle novità amministrative e giuridiche introdotte dapprima con l'istituzione dell'autonomia locale nel 1965 e poi con l'avvio delle politiche di riforma e apertura nel 1978.
Rivolgendosi non soltanto alle autorità e alle rappresentanze locali, ma anche ad alcune comunità popolari di vari gruppi etnici incontrate durante la visita, il leader cinese ha esteso le congratulazioni per l'importante ricorrenza all'intera popolazione. «Negli ultimi settant'anni, il Tibet ha compiuto passi in avanti storici nel quadro del suo sistema sociale realizzando un pieno sviluppo economico e sociale», ha sottolineato Xi, riferendosi in particolare al «significativo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione».
«È oggettivo che senza il Partito Comunista Cinese non ci sarebbe stata né una nuova Cina né un nuovo Tibet», ha osservato il capo di Stato del gigante asiatico, rimarcando la «piena correttezza» delle linee-guida e delle politiche adottate dal Comitato Centrale del Partito in Tibet. Dando uno sguardo ai numeri contenuti nell'ultimo libro bianco del maggio scorso, dal 1951 al 2020 il PIL della regione è cresciuto di 1.472 volte, passando da 129 milioni a 190 miliardi di yuan.
L'anno scorso, le vendite al dettaglio di beni di consumo hanno raggiunto quota 74,6 miliardi di yuan, oltre 2.000 volte il livello del 1959. Le condizioni di vita dei circa 3,5 milioni di cittadini della regione sono ormai imparagonabili con quelle di settant'anni fa, come testimonia l'aspettativa di vita media, passata dai 35,5 anni del 1951 ai 71,1 anni di oggi.
Lo scorso 25 giugno, invece, ha solcato per la prima volta le strade ferrate del Tibet un convoglio ad alta velocità lungo la linea che collega la Prefettura di Nyingchi, nella parte sudorientale della regione, con il capoluogo Lhasa. Viste le caratteristiche del tracciato, per oltre il 90% al di sopra dei 3.000 metri sul livello del mare, il treno-proiettile Fuxing, lanciato da China Railway nel settembre 2017, malgrado la sua velocità massima operativa raggiunga i 350 km/h, in questo caso non supererà i 160 km/h, ma consentirà comunque di compiere i 435 km del percorso totale in circa 3 ore e mezzo, contro le 5 ore necessarie in auto.
Le nuove sfide indicate negli ultimi anni da Xi, tuttavia, non coinvolgono più soltanto la crescita socio-economica e lo sviluppo infrastrutturale ma si estendono anche al consolidamento delle aree di confine, alla stabilità e all'ambiente. Pechino intende stabilire un pieno controllo lungo la linea di demarcazione con l'India segnata dalla catena dell'Himalaya, dove da decenni la Cina è impegnata a difendere l'area dell'Aksai Chin, all'interno della più vasta regione geografica del Kashmir, dai tentativi di penetrazione di Nuova Delhi, come accaduto lo scorso anno, quando si sono verificati scontri e schermaglie tra i due eserciti nella Valle del Fiume Galwan e nei pressi del Lago Pangong.
Per quanto riguarda la protezione ecologica, il governo cinese ha fissato da tempo l'obiettivo della tutela e della salvaguardia della biodiversità nell'intero Altopiano del Qinghai-Tibet, dove appena quattro anni fa l'UNESCO ha dichiarato patrimonio dell'umanità l'area di Hoh Xil, cui nel prossimo futuro potrebbe aggiungersi la regione di Yalong - composta dalla valle del medio corso del Fiume Yarlung Zangbo, dai suoi bracci e da alcuni laghi - ritenuta l'antica culla della cultura tibetana, una candidatura che Pechino presentò già nel 2001.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia