(ASI) E’ guerra per il momento solo retorica e di nervi. "Vediamo un comportamento sempre più provocatorio e disinibito di Kiev e dei suoi benefattori occidentali guidati dagli Usa".
La Casa Bianca deve “essere preoccupata delle conseguenze di questa politica”. E’ la dura dichiarazione, all’ agenzia di stampa Tass, del vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov in riferimento alla grave situazione nel Donbass Parole altrettanto taglienti dal Cremlino.
"Dubitiamo fortemente che l'adesione, di Kiev alla Nato, possa aiutare il Paese a risolvere il suo problema interno nel Donbass. Anzi, dal nostro punto di vista questo aggraverebbe ulteriormente la situazione". E’ la risposta del collaboratore di Vladimir Putin al l’ appello del leder di Kiev, Volodymyr Zelensky, volto ad accelerare il processo di adesione, della sua nazione, all'Alleanza guidata dagli Stati Uniti. "Non si puo' prescindere – ha spiegato Dmitrij Peskov - dall'opinione del popolo” e se si domanda quella, “di diverse milioni di persone che abitano nelle repubbliche autoproclamate (Donetsk e Lugansk), allora si capira' che l'appartenenza” al Patto Atlantico è per loro “una prospettiva profondamente inaccettabile".
La replica della controparte è arrivata a stretto giro.
“Siamo impegnati nella riforma del nostro esercito e nell'ambito della Difesa, ma le riforme da sole non fermeranno la Russia. La Nato e' l'unico modo di porre fine alla guerra nel Donbass. Il Piano d'azione per l'adesione” della nostra nazione “sarebbe un segnale concreto per la Russia". Lo ha scritto, su Twitter, il leader di Kiev Volodymyr Zelensky dopo la telefonata odierna col segretario generale del Patto Atlantico. Jens Stoltenberg non ha nascosto, al suo interlocutore dall’ altra parte della cornetta, la "seria preoccupazione" dell'Alleanza, guidata da Washington, per le attivita' militari di Mosca, nell’ area di crisi, confermando il sostegno alla sovranita' di Kiev. “Restiamo impegnati nella nostra stretta collaborazione”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia