(ASI) La tensione rischia di riaccendersi proprio nel momento in cui sono stati avviati i colloqui, sul nucleare iraniano, volti a fare rientrare gli Stati Uniti nell’ accordo da cui si era ritirato nel 2018 Donald Trump.
Lo scopo è di generare un allentamento, delle sanzioni Usa, in cambio di un ritorno al rispetto dei parametri previsti, dal documento, in merito all’ arricchimento dell’ uranio da parte della Repubblica Islamica. L’ ottimismo della prima giornata, dell’ importante vertice, è stato in parte offuscato da un ennesimo incidente dai contorni, al momento poco chiari.
La nave spia Saviz, battente bandiera iraniana e legata ai Pasdaran, sarebbe stata colpita questa mattina da un missile nel Mar Rosso al largo dello Yemen. Lo ha riferito il quotidiano israeliano "The Times of Israel", precisando che si tratta di notizie non confermate. L’ informazione è stata rilanciata però anche dall’ emittente Al Arabiya e da quella statale, dell'Arabia Saudita, Al-Hadath Tv. Quest’ ultima non ha escluso che la paternità dell’ accaduto sia riconducibile a Israele. Nessun commento, per il momento, dallo diretto interessato. Il mezzo non è affondato ma, secondo quanto è stato possibile apprendere, avrebbe subito danni rilevanti. Vi è, tra le ipotesi, anche che la deflagrazione sia stata generata da una mina marina. Solo le indagini appureranno il tutto. C’è però un dato di fatto, ovvero che l’ evento rischia di alimentare la “battaglia per procura” dei mari, che si sta svolgendo a distanza da mesi, tra la Repubblica Islamica e lo Stato ebraico.
L’ evento rischia dunque di indebolire le già precarie condizioni di sicurezza in Medioriente. Gli equilibri geopolitici sono infatti molto fragili. Un qualsiasi evento avverso potrebbe essere interpretato come ostile e sarebbe in grado di espandersi, a macchia d’ olio, in tutta la regione fino al punto di estendersi all’ intera comunità internazionale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia