(ASI) Nel periodo tra il 2016 ed il 2020 le vendite di macchine belliche come carri armati e sottomarini sono diminuite, su scala globale, dello 0,5% rispetto al lustro precedente.
Lo riferisce l’annuale rapporto del Sipri, l’Isituto internazionale per le ricerche sula pace di Stoccolma che precisa come nonostante il calo generalizzato gli Usa abbiano aumentato la loro quota di mercato portandola al 37%, mentre la Francia è arrivata all’8,2 e la Germania al 5,5.
Russia e Cina invece hanno registrato un calo arrivando ad occupare rispettivamenteil 20 e il 5,2% del mercato.
Per quanto riguarda gli acquirenti di queste armi l’Arabia Saudita, impegnata nella guerra per procura in Yemen ha aumentato gli acquisti del 61%, il Qatar del 36% mentre l’Egitto li ha aumentati di oltre il 130%.
La maggior parte delle macchine belliche sono vendute nei paesi mediorientali, Arabia Saudita in primis che ne ha comprate circa un quarto della produzione totale.
La Francia ha aumentato le vendite del 44% mentre la Germania le ha aumentate del 21% grazie alle commesse arrivate dalla Corea del Sud, dall’Algeria e dall’Egitto.
La quota di mercato dell’Italia è pari al 2,2% dietro anche al Regno Unito sceso al 3,3% ed Israele con il 3.
Mosca ha visto scendere la propria quota di mercato nonostante l’incremento delle vendite in Cina, Algeria ed Egitto che non sono riuscite a compensare la contrazione nel mercato indiano.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia