(ASI) Durissima minaccia dell’ Iran. È al momento una battaglia che si sta svolgendo, nei mari, in modo velatamente dichiarato tramite frasi che esprimono una retorica violenta. Tutti si augurano comunque che la diplomazia, palese e sotterranea, continui a frenare gli istinti più distruttivi, evitando che la situazione sfugga di mano.
È tuttavia purtroppo un dato di fatto: il Medioriente diventa, ogni giorno di più, un’ area del mondo gravida di pericoli per se stesso e l’ intera comunità internazionale. La frase, pronunciata oggi dalla Repubblica Islamica, potrebbe gettare, all’ interno di tale cornice poco rassicurante, molta altra benzina sul fuoco. L’ azione offensiva è stata attribuita da Teheran a Israele. "Data la localizzazione del sabotaggio, ci sono tutte le ragioni per pensare che il regime occupante a Gerusalemme sia dietro questa operazione", ha affermato il portavoce, del dicastero degli Esteri del governo dei Pasdaran, Saeed Khatibzadeh. "L'atteggiamento aggressivo (dello Stato ebraico ndr) rafforza tale supposizione", ha aggiunto il diplomatico. E' naturale quindi – ha ammonito - che stiamo valutando “ tutte le opzioni contro qualunque parte sia coinvolta”.
L'attacco denunciato dal governo degli Ayatollah contro la nave Shahr-e-Kord, di loro proprietà, e' avvenuto dopo circa un paio di settimane che il premier Benjamin Netanyahu ha accusato, il nemico di sempre, di essere dietro l'esplosione avvenuta a bordo di un mezzo cargo. Esso stava navigando, il 25 febbraio, al largo dell'Oman diretto a Singapore. Preoccupa inoltre quanto ha rivelato, la settimana scorsa, il Wall Street Journal. Il giornale Usa ha svelato infatti una campagna di raid portata avanti, per ben da due anni, da Israele contro cargo della Repubblica islamica, accusati di contrabbandare greggio in Siria in violazione delle sanzioni internazionali.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia