(ASI) Non accenna a diminuire la tensione nel Golfo Persico.
Le minacce sono tornate, nelle ultime ore, più roboanti che mai. Sembra che la mobilitazione generale abbia avuto inizio. Aumentano così i potenziali pericoli per l’ incolumità dei soldati e del personale del Pentagono. “Siamo di fronte a una nuova pagina della Resistenza nella quale le armi colpiranno, tutte le forze di occupazione e le loro basi, in qualsiasi centimetro di terra della Patria” irachena. Questo rientra in un “diritto nazionale” legittimato a livello popolare. Le azioni non prenderanno di mira però le missioni diplomatiche. Lo hanno dichiarato, in una nota diramata ieri sera, i gruppi armati rientranti nella cosiddetta "Resistenza irachena", realtà anonima che ha rivendicato vari attacchi, anche molto recenti, contro le strutture e le forze americane. Pure l’ ambasciata Usa a Baghdad non ha nascosto la propria preoccupazione per quanto potrebbe ancora accadere. Non ha nascosto di aver posto in massima allerta, in un comunicato stampa citato dal sito dell’ emittente Rudaw, in merito a ipotetici attacchi, “senza preavviso” tramite droni e razzi, contro snodi di trasporto, luoghi pubblici, sedi governative, interessi di Washington, obiettivi civili e di altro tipo.
Sembra, intanto, che l’ Iran sia sempre più nel mirino, soprattutto della Casa Bianca e dallo Stato ebraico. Il ministro della Difesa di Gerusalemme, Benny Ganz, ha rivelato in un’ intervista alla tv Fox News che l’ esercito sta aggiornando i piani volti al colpire le installazioni nucleari iraniane. L’ impegno contro lo sviluppo dei mezzi, da parte della nazione degli Ayatollah, per produrre la bomba atomica è stato ribadito in una telefonata, avvenuta nella notte, tra la vice di Joe Biden, Kamala Harris e il premier Benjamin Netanyahu. Entrambi hanno espresso preoccupazione inoltre per la minaccia terroristica alimentata dalla Repubblica Islamica nella regione.
Teheran ha fatto sapere che l’ estremismo è presente anche sul suo territorio, evidenziando di aver sventato un dirottamento di un volo di linea con numerosi passeggeri a bordo. Il mezzo, preso di mira, era un Fokker 100 dell'Iran Air, partito da Ahwaz e diretto a Mashad nella parte nordorientale del Paese. Ha effettuato un atterraggio di emergenza, poco dopo il decollo, all'aeroporto di Isfahan e un sospetto è stato arrestato. L’ uomo ha confessato che aveva intenzione di compiere l’ azione, ordinando al pilota di dirigersi verso un Paese del Golfo non meglio precisato. Tutti i passeggeri a bordo sono rimasti illesi e ripartiti, per la meta prevista, con un altro velivolo.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia