Estrema destra, Tea Party e mondo ebraico insieme contro l'Islam
Scioccanti notizie giungono dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti. Dopo diversi incontri e diverse iniziative, la English Defence League, un'organizzazione di
estrema destra, nata con l'intento di "combattere l'islamizzazione delle città britanniche", starebbe, secondo quanto riportato dal quotidiano londinese
The Observer, stringendo accordi sempre più importanti con gli ambienti dei
Tea Party statunitensi, i famosi "salotti culturali" della politica conservatrice nel mondo anglofono.
Quello che potrebbe sorprendere l'osservatore comune, è la connessione e l'attiva partecipazione nelle attività indette da questi ambienti con il rabbino Nachum Schifren, già candidato in California al Senato deli Stati Uniti, che è solito intrattenere il pubblico dei Tea Party con lezioni dedicate alle modalità di contrasto all'islamizzazione e all'approfondimento della Sharija, la legge islamica, in vigore in alcuni Stati Arabi. A questo si aggiunge il sempre più crescente legame tra questa Defence League anti-islamica inglese e Pamela Geller, personaggio centrale nella polemica contro l'islamizzazione dell'Occidente, riemersa alle cronache per essersi battuta in prima linea con lo scopo di impedire la costruzione di una Moschea nei pressi di Ground Zero.
Devin Burghart, vice-presidente dell'Istituto per la ricerca e l'istruzione sui diritti umani del Kansas, ha dichiarato: "La Geller funge da ponte tra la EDL e il Tea Party. Lei svolge un ruolo importante nell'introduzione dell'islamofobia all'interno degli ambienti del Tea Party. La sua statura è aumentata sostanzialmente dentro i ranghi del Movimento di ispriazione conservatrice, dopo le polemiche sulla Moschea a Ground Zero. Ha guadagnato un sacco di credibilità con quella vicenda". Ponendo l'accento su quetsa progressiva trasformazione interna del Tea Party, originariamente nato come sede di dibattito in materia economica e finanziaria, Burghart aggiunge che "l'idea che ci sia una guerra tra l'Islam e l'Occidente sta diventando comune". Ancora una volta, pare tristemente riemergere la volontà di realizzare a tutti costi quanto preconizzato (in via scientifica e dunque ipotetica) da Samuel Huntington nel 1993. La differenza fondamentale rispetto alle tesi dell'antropologo e geopolitologo americano, però, è che, ogni giorno che passa, le dichiarazioni e le provocazioni più deteriori sembrano prendere forma proprio nell'Occidente "liberale e democratico".
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