(ASI) L’emergenza sanitaria, legata alla pandemia del Coronavirus, ha impedito le tradizionali marce. L’Iran ha celebrato oggi il suo quarantaduesimo anniversario della rivoluzione islamica, avvenuta nel 1979, in una forma non consuetudinaria. Auto, moto e bici hanno preso d’assalto diverse città, in sostituzione delle parate tradizionali dell’esercito.
Decine di migliaia di cittadini si sono recati, in giro su quattro o due ruote, nel Paese. Hanno ricordato così l’evento storico con cui è stata cacciata, nel gennaio di quell’anno, la monarchia dello scià Mohammad Reza Pahlavi, che era palesemente sostenuta dall'Occidente. Era però notevolmente indebolita anche dalla grave malattia della sua guida. Tutto ciò ha favorito la presa del potere da parte degli islamisti, il cui governo è caduto, in seguito a violente proteste di piazza incentivate pure dal malcontento generale per la precaria situazione economica, a febbraio. E’ ritornato dall’esilio, nel frattempo, l’ayatollah Ruhollah Khomeini che ha consentito, ai cittadini, di andare a votare ad aprile. E’ nata, dopo tutte queste vicissitudini, la Repubblica Islamica che conosciamo oggi. Gli eventi storici sono stati ricordati, nelle ultime ore, tramite questa forma innovativa per evitare pericolosi assembramenti di cittadini. L’obiettivo è stato quello di cercare di non aumentare i quasi i 59mila morti a livello locale per il Covid e i milioni di casi, oltre 1,48, confermati della potente malattia nel territorio dei Pasdaran. Le restrizioni in vigore non hanno impedito tuttavia di svolgere le commemorazioni. Sono avvenute, in particolare, 12 diversi punti della capitale. I manifestanti si sono recati verso piazza Azadi, dove avvengono solitamente le celebrazioni degli anniversari. I dimostranti hanno sventolato bandiere nazionali, cantando: “Morte all’America e a Israele!”, bruciando alcuni dei simboli delle due potenze ritenute ostili e con cui pare impossibile, almeno per il momento, un dialogo fruttuoso per le parti, la regione mediorientale e il mondo intero.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia