(ASI) “Gli hacker russi non hanno interferito nelle elezioni statunitensi” svolte lo scorso 3 novembre. Vladimir Putin ha ribadito così stamane la falsità delle accuse rivolte ai propri 007.
Questi ultimi continuano a essere però incolpati, dai loro colleghi d’Oltreoceano nonostante l’estraneità nei confronti dei fatti evidenziata dal Cremlino, di aver colpito numerosi dipartimenti del Cabinet di Donald Trump e degli apparati di sicurezza. “L’attacco è significativo ed è ancora in corso. Continuiamo a lavorare per valutare pienamente la portata dell’accaduto. Vogliamo interromperlo e perseguire gli attori responsabili. Sappiamo che sono state colpite le reti all’ interno del governo federale”, ha affermato una nota congiunta dell’ Fbi, della Cybersecurity and Infrastructure Agency (CISA) e dell’Ufficio del Direttore dell’ intelligence nazionale (ODNI). Tali realtà hanno annunciato l’istituzione di “un Cyber Unified Coordination Group per gestire la risposta” degli Usa.
L’inizio dell’ attacco informatico secondo Washington. L’ offensiva sarebbe stata avviata, da Mosca nove mesi fa, tramite la piattaforma SolarWinds Corp. Questa società tecnologica ha spiegato che 18.000 suoi clienti hanno scaricato un aggiornamento software. Esso ha permesso l’avvio dell’attività di spionaggio che è proseguita, in modo indisturbato, fino a domenica scorsa.
Hacker colpiscono reti di controllo agenzia scorte armi nucleari. Anche il dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti e la National Nuclear Security Administration (agenzia che gestisce le scorte di armi nucleari statunitensi) hanno prove che le loro reti sono state visitate da pirati informatici. Lo ha riferito, nelle ultime ore, il giornale "Politico". L'attacco sferrato dalla Russia, nei confronti del governo americano, sembra essere dunque pesantissimo.
Le reazioni. L’iniziativa tutt’altro che pacifica, avvenuta tramite internet, sta caratterizzando il dibattito politico tra numerosi esponenti del Congresso di Washington. Il deputato del partito Democratico (lo stesso del presidente americano, appena eletto, Joe Biden) Dick Durbin ha spiegato ieri, in un’ intervista alla rete televisiva Cnn, che “non possiamo essere amici di Vladimir Putin e allo stesso tempo fargli fare qualsiasi tipo di attacco informatico contro l’America”. Il parlamentare ha poi tuonato che l’azione ostile, di cui si sta discutendo, “ è virtualmente una dichiarazione di guerra della Russia contro gli Stati Uniti e dovremmo prenderla sul serio”. Sono “profondamente allarmato, anzi addirittura spaventato”, ha scritto su Twitter il senatore Richard Blumental (partito Democratico), spiegando che “gli americani meritano di sapere che cosa sta succedendo”. Ha invitato dunque la Casa Bianca a declassificare tutte le informazioni raccolte, fino ad oggi, rendendole di pubblico dominio.
Biden: "Conseguenze per chi ha attaccato". "Imporremo costi considervoli nei confronti dei responsabili di questi attacchi dannosi, coordinandoci con i nostri alleati e partner. I nostri avversari dovrebbero sapere che, come presidente, non starò a guardare di fronte agli assalti informatici alla nostra nazione". Lo ha affermato, in una nota, il presidente americano eletto Joe Biden, specificando che la sua amministrazione aumenterà gli investimenti per rafforzare la cyber sicurezza e che il tema sarà in cima alle priorità del governo che guiderà dal 20 gennaio, giorno di insediamento alla Casa BIianca.
Nato: “Cyberspazio nuovo campo di battaglia”. La crescente minaccia cyber è stata analizzata, nel tempo, anche dalla Nato di cui gli Stati Uniti sono membri dalla sua fondazione avvenuta 71 anni fa. Il segretario generale del Patto Atlantico Jens Stoltnberg ha scritto, in un articolo pubblicato sul sito dell’Alleanza il 27 agosto 2019 e aggiornato due giorni dopo, che “un grave attacco informatico potrebbe innescare l'articolo 5 del nostro trattato istitutivo (siglato a Washington il 4 aprile 1949 e attivato, per la prima volta, dopo gli attentati dell’ 11 settembre 2001 negli Usa ndr). Questo è il nostro impegno di difesa collettiva in cui un attacco contro un alleato viene trattato come un attacco contro tutti. Abbiamo designato il cyberspazio come un dominio in cui la Nato opererà e si difenderà con la stessa efficacia che fa in aria, a terra e in mare. Ciò significa che scoraggeremo gli attacchi e difenderemo gli alleati da qualsiasi aggressione, sia che avvenga nel mondo fisico che in quello virtuale”. “Stiamo affrontando minacce informatiche – si legge ancora nel testo - sempre più complesse in modo più rapido ed efficiente. Siamo tutti più consapevoli e resilienti agli attacchi. Ciò è stato dimostrato lo scorso ottobre, quando le autorità dei Paesi Bassi, con l'aiuto di esperti britannici, hanno sventato un attacco della Russia all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all'Aia”. Il numero uno dell’Alleanza ha ricordato, in conclusione, che “ il cyberspazio è il nuovo campo di battaglia e preparare la Nato - con risorse adeguate - è una priorità assoluta”.
La minaccia spaziale. L’amministrazione, guidata da Donald Trump, è preoccupata pure per la sperimentazione, da parte della nazione di Vladimir Putin, di missili in grado di colpire satelliti nello spazio. Lo Space Command ha assicurato che gli Usa sono pronti a tutelare se stessi e i loro alleati. Ha specificato inoltre che i test effettuati riguardano un primo sistema ostile in grado di colpire i mezzi in orbita. Il secondo può distruggere, dalla Terra, altri che si trovano in posizioni inferiori. I satelliti commerciali potrebbero subire problematiche generate dall’ incremento dei detriti, prodotti da tali azioni deleterie, nell’ atmosfera.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia