(ASI) La Bolivia post Morales ha deciso di chiudere le proprie rappresentanze diplomatiche in Iran e Nicaragua. Jeanine Añez, autoproclamatasi presidente dopo le elezioni di novembre che hanno visto la vittoria di Evo Morales ma il non riconoscimento di queste da parte della autorità per il momento non ha detto quando la misura diverrà efficace e fino a quando rimarranno aperte le ambasciate a Managua e Teheran.
Ufficialmente la decisione è stata presa per risparmiare risorse e assegnarle alla lotta contro il coronavirus, misura che riguarderà anche la squadra di governo che passerà da 20 a 17 ministri; in questo senso, i ministeri della Cultura e dello Sport faranno parte del portafoglio di Istruzione mentre quello della Comunicazione sarà assorbito dalla Presidenza.
“Tutti i soldi risparmiati con quella riduzione andranno alla salute e alla lotta contro il virus”, ha detto il presidente, senza specificare l’effettivo ammontare delle risorse risparmiate.
Come parte della presunta politica di austerità, Añez ha dichiarato di aver incaricato il suo gabinetto di svolgere un'analisi e una revisione di tutti i lavori non necessari nella pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda la chiusura delle ambasciate della sua nazione in Nicaragua e Iran, Añez ha affermato: “Non abbiamo nulla contro quei nobili paesi, popoli e fratelli che rispettiamo e con cui siamo amici”, anche se il nuovo corso filoatlantico del paese potrebbe aver inciso sulla decisione.
La Bolivia, durante le presidenze Morales (2006-2019), ha stretto forti legami politici ed economici con il Nicaragua e l'Iran; con il paese caraibico ha fatto parte dell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America (ALBA), mentre con il paese persico ha firmato accordi, principalmente nel settore petrolifero e minerario.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia