(ASI) In Venezuela l’opposizione antichavista, che controlla il Parlamento, ha respinto il piano di distribuzione e vendita di benzina imposto dal governo di Nicols Maduro, sostenendo che se attuato avrebbe prodotto solo più contrabbando e corruzione nel Paese.
Tra i più feroci oppositori il golpista Juan Guaidò che in video ha definito gli aumenti “irregolari ed incostituzionali” che avrebbero delle “terribili conseguenze per il paese”; per l’autoproclamato presidente ad interim, riconosciuto da circa 50 paesi tra cui gli Usa, il governo “prende in giro i venezuelani ancora di più facendo pagare la benzina in valuta estera, quando lo stipendio è in bolvares e non supera i 2 dollari al mese. Hanno messo le mani nelle tasche dei più poveri”.
Alfonso Marquina, braccio destro di Guaidò, ha rincarato la dose spiegando: “Con questo salario minimo di due dollari, i lavoratori non saranno in grado di acquistare nemmeno 80 litri di benzina al mese”, ha detto.
Nonostante il Venezuela galleggi sul petrolio attualmente nel paese manca la benzina, tanto che il governo di Maduro ha fatto arrivare 5 navi cisterna cariche di combustibile dall’Iran. La mancanza di una politica di trasformazione del greggio e le sanzioni unilaterali imposte dagli Usa hanno infatti messo in crisi il settore petrolifero che ora non riesce più a trainare il resto del paese.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia