(ASI) Justin Amash, 40 anni, ex deputato repubblicano del Michigan ha annunciato la decisione di creare un comitato esplorativo per la presidenza come candidato del partito libertario, che terrà la sua convention a fine maggio in Texas.
In corso per la Casa Bianca ci sono già il presidente uscente Donald Trump, portabandiera dei Repubblicani nonostante un passato tra i Democratici, e Joe Biden che ha vinto per abbandono le primarie del partito dell’Asinello e che oggi ha annunciato che se dove vincere lascerebbe l’ambasciata statunitense in Israele a Gerusalemme.
Amash ha abbandonato il partito dell’Elefante la scorsa estate dopo essere stato il primo esponente del suo partito a chiedere l'impeachment del tycoon per il Russiagate, votando poi - unico tra i non democratici - quello per l'Ucrainagate.
Annunciando la decisione di correre per la principale elettiva statunitense ha twittato: “Gli americani sono pronti per una presidenza che ripristini il rispetto per la nostra costituzione e unisca la gente", ha twittato.
Figlio di immigrati arabi cristiani (padre palestinese, madre siriana), laureato in legge, sposato e con tre figli, Amash entra nel 2008 al parlamento del Michigan sull'onda del Tea party. Due anni dopo sbarca a Capitol Hill, dove diventa uno degli esponenti più libertari della Camera, anche come fondatore del Freedom Caucus, e uno dei repubblicani più critici di Trump.
Il suo programma politico prevede uno Stato leggero, il taglio della spesa federale e della tasse, una riduzione dei poteri governativi di sorveglianza e dell’intervento americano all'estero; è contro l'aborto, l'Obamacare, l'accordo di Parigi sul clima, la pena di morte federale ma a favore delle nozze
gay.
Il sistema elettorale statunitense è molto complesso ed è difficile per un candidato terzo riuscire ad imporsi, inoltre ogni Stato ha una propria legge per l’elezione dei grandi elettori che concorrono alla nomina del presidente ed in alcuni di questi il vincitore prende tutti i delegati. Amash intercettando il voto di protesta contro Trump potrebbe finire per indebolire il presidente uscente, da ricordare che dal 1980 ad oggi sono Bush senior non ha ottenuto la rielezione.
Trump sta vivendo un periodo, politicamente parlando, complesso ed oggi è tornato ad attaccare la Cina per la pandemia del Covid-19 minacciando Pechino di chiedere i danni avendo le prove di un coinvolgimento del gigante asiatico.
Se Trump piange Biden non ride però visto che appare sempre più incalzato dall'ombra delle accuse
di aggressione sessuale della sua ex assistente Tara Reade quasi 30 anni fa ma ha ottenuto l’endorsment a suo favore dell’ex first lady Hillary Clinton, sonoramente sconfitta da Trump quattro anni fa e che si è più volte vantata di aver convinto il marito Bill, presidente tra il 1992 ed il 2000, ad intervenire militarmente nella ex Jugoslavia ai danni della Serbia e Barack Obama, di cui è stata Segretaria di Stato (ministro degli Esteri ndr) ad intervenire militarmente contro Gheddafi in Libia.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia