(ASI) A seguito della decisione assunta il 30 gennaio 2020 dal ministero della Salute di sospendere il traffico aereo tra Italia e Cina, la Farnesina si è immediatamente attivata con l’istituzione di un’Unità Operativa Speciale composta dall’Unità di Crisi del Ministero, dai vertici dell’ENAC, rappresentanti del Ministero della Salute e della Protezione Civile.
Le conclusioni della riunione dell’Unità Operativa Speciale sono confluite all’interno dei lavori del Comitato Operativo di Protezione Civile e il primo risultato di questa azione congiunta è stata la modifica dell’iniziale NOTAM (Notice to Airmen) diffuso da ENAC.
Dal 1 febbraio è stato quindi ripristinato il traffico di voli cargo con la Cina e sono state autorizzate alcune deroghe alla sospensione dei voli commerciali per consentire il rientro in patria dei cittadini cinesi al momento in Italia nonché per i rimpatri umanitari.
Il 3 febbraio sono rientrati in patria, con un volo organizzato dall’Unità di Crisi della Farnesina e operato dal COI-Difesa, 56 italiani che avevano chiesto di lasciare la città di Wuhan, epicentro della diffusione del coronavirus e isolata ormai da giorni, per disposizione delle Autorità cinesi.
L’Unità di Crisi della Farnesina, in raccordo con l’Ambasciata d’Italia a Pechino e con tutta la rete consolare italiana in Cina, assicura inoltre su base quotidiana la massima assistenza agli italiani che si trovano in Cina e nei Paesi vicini e che chiedono indicazioni sulle possibili modalità di rientro in Italia.
In particolare, dal 27 gennaio la Sala Operativa dell’Unità di Crisi ha gestito oltre 5.300 chiamate, si è registrato un incremento del 55% nelle registrazioni sul sito web DoveSiamoNelMondo.it e si sono registrati oltre 206.000 accessi al sito web istituzionale ViaggiareSicuri.it, con un incremento dell’82% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono state inviate oltre 1000 notifiche a tutti i possessori dell’applicazione per dispositivi mobili “Unità di Crisi”, sono stati effettuati quasi 100 aggiornamenti di Schede Paese in dodici giorni per fornire informazioni accurate sulla diffusione del coronavirus e sulle misure di contenimento adottate dai Paesi interessati dal virus.
All’enorme mole di lavoro dell’Unità di Crisi si aggiunge lo sforzo quotidiano della rete diplomatico-consolare in Cina. Le Sedi diplomatiche italiane in Cina assistono quotidianamente centinaia di connazionali e si sono attivate anche a favore della popolazione cinese, per promuovere azioni a sostegno della comunità locale. L’Ambasciata d’Italia a Pechino è stata direttamente coinvolta e sempre in prima linea, insieme all’Unità di Crisi della Farnesina, nella complessa e delicata operazione di rientro degli italiani presenti a Wuhan, con i quali è stato mantenuto un contatto costante e capillare.
La Farnesina, infine, sta continuando a lavorare per consentire il rientro, nel più breve tempo possibile, del 17enne italiano risultato negativo al test del coronavirus, con cui l’Ambasciata a Pechino è in contatto, rimasto inizialmente a Wuhan a causa di una febbre che non gli ha consentito l’imbarco sul volo del 3 febbraio scorso.