(ASI) La Banca centrale argentina si è vista cosreatta a ricorre alle riserve per quasi 1,2 miliardi di dollari per evitare un eccessiva svaluitazione del peso argentino nei confronti della valuta statunitense.
Lo riferisce il quotidiano indiolatino "Clarin" spiegando che solo ieri, lunedì 19 marzo, erano stati messi in vendita quasi 188 milioni di dollari per far fornte ad un cambio per cui sono necessari più di 20 dollari per un peso.
Gli interventi della Banca centrale in difesa del peso segnano un parziale cambiamento della politica monetaria del banchiere centrale Federico Sturzenegger rispetto all'impostazione iniziale a favore della libera fluttuazione cambiaria.
Secondo gli economisti questo cambiamento di rotta sarebbe dovuto soprattutto alle difficoltà incontrate dalle autorità di Buenos Aires nel riuscire a controllare il livello di inflazione, e la quotazione della divisa Usa è un fattore determinante che si ripercuote quasi direttamente sull'indice dei prezzi.
La situazione economica in Argentina continua a peggiorare; a febbraio l'inflazione ufficiale si è attestata al 2,4% su base mensile, un aumento dovuto soprattutto agli incrementi registrati nelle tariffe del trasporto pubblico (+25 per cento) e dei servizi essenziali (+4,8 per cento), a cui si sommano le tariffe della telefonia mobile (+10 per cento) delle benzine (+3,5 per cento), e dei servizi di salute privati (+4 per cento).
Per riuscire a contenere l'inflazione su base annua al 15%, obiettivo del governo, nei prossimi mesi l'aumento non dovrebbe superare lo 0,8% su base mensile, un'impresa che il governo ritiene possibile ma che secondo gli analisti è fuori portata, a marzo infatti l'inflazione dovrebbe essere dell'1,7 su base mensile mentre ad aprile, quando dovrebbe aumentare fino all'1,9 per cento a causa degli aumenti già annunciati nelle bollette del gas (+35 per cento), dell'acqua (+26 per cento) e ancora dei trasporti pubblici (+10 per cento).
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia