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Libia, Dalla missione umanitaria dell'Onu alla volontà di cacciare Ghedafi
(ASI) Mentre il presidente sudafricano Jacob Zuma è stato a Tripoli per un incontro con il leader libico Muhammar Gheddafi.  Zuma, che era l’inviato dell’Unione Africana, ha tentato invano una mediazione per trovare una strategia d’uscita per la crisi libica, la risposta del segretario generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen è stata: “Il regno del terrore di Gheddafi sta arrivando alla fine. È sempre più isolato all’interno come all’estero”. Questo netto diniego ad aprire uno spiraglio per una soluzione concordata fra le parti e diversa dalla caduta del regime di Ghedafi è dovuta a diversi fattori:

1) che la risoluzione 1973 dell'Onu è stata fatta grazie anche  Russia e Cina che non hanno opposto alcun veto. Chiaro che con il loro veto la missione militare in Libia non sarebbe potuta avvenire. Ci si chiede in cambio di quale beneficio geopolitico per le loro nazioni hanno permesso che la risoluzione 1973 fosse operativa?

2) Inoltre venerdì scorso anche la Russia, che comunque era ancora considerata una tradizionale alleata della Libia, si è messa con le nazioni  che chiedeno al colonnello di farsi da parte.

Invece Gheddafi è disposto a discutere solo con l’Unione Africana. Ma le soluzioni presentate dall’organismo panafricano sono state già respinte dal Consiglio nazionale di transizione, l’organo politico della ribellione.
Volontà ribadita pure da Medvev in visita ieri a Roma. Un chiaro messaggio diplomatico che è diventato il segnale per l'iniziodella fase 2 a livello militare.  

Infatti la Nato ha fatto di nuovo ricorso all'uso di elicotteri d'assalto contro installazioni militari libiche a Tripoli, nel tentativo di chiudere il dossier del regime Gheddafi.

Inoltre come riportato da http://italian.irib.ir  il  Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, ha ribadito che la popolazione in Libia e' rimasta esterrefatta dall’incapacità della diplomazia internazionale di avviare un dialogo con la dirigenza di Tripoli.  Cosa altamente contradditoria che le critiche e perplessità siano giungte anche dalla Russia, propria quella Russia che di fatto ha abbandonato il regime di Gheedafi.
 A Mosca non piace affatto la piega che stanno prendendo le operazioni militari. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, ha affermato che che la Nato "slitta verso un’operazione terrestre" che sarebbe "deplorevole". Ma la Nato non ha alcuna intenzione di fare passi indietro e, ha specificato il comandante dell’operazione Unified Protector, il generale canadese Charles Bouchard, continuerà ad usare "dovunque e comunque quando necessario" gli elicotteri da combattimento allo scopo di "mantenere lo slancio e aumentare la pressione" sulle forze di Gheddafi.
Gli elicotteri da combattimento sotto comando Nato sono stati utilizzati per la prima volta ieri, 4 giugno, in azioni militari sulla Libia nel contesto della cosiddetta operazione 'protezione civili', alla quale hanno partecipato anche elicotteri francesi del tipo Tigre e Gazelle e i britannici Apache. La notizia e' stata confermata - con una nota - dalla stessa Alleanza.

Ma la risoluzione Onu 1973 non doveva limitarsi al solo intervento umanitario?  In pratica nel testo della risoluzione 1973 non risulta scritto un mandato di cacciare Ghedafi.
Allora cosa è intervenuto nel frattempo a cambiare le cose? Perchè la soluzione diplomatica e il cessate il fuoco proposti dalll'Unione Africana non vengono minimamente prese in considerazione? Perché si continua a bombardare Tripoli procurando distruzione delle case e morte anche fra la popolazione civile?

Se l'inferno è lastricato di buone intenzioni, diero le cattive intenzioni delle potenze (Usa,Cina,Russia,Francia,Inghilterra) è lo spregiudicato controllo delle risorse energetiche libiche. Infine i fatti hanno palesemente dimostrato che gli organismi internazionali oltre ad essere inutili  da un punto di vista umanitario sono l'utile strumento giuridico per assecobdare la cinica politiche espansionistiche delle grandi potenze. 

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