(ASI) Bonn- Via libera alle larghe intese. Il 56,4% appoggia la nuova linea di Martin Schulz, quella di rinunciare a ogni forma di opposizione e assecondare la strategia della grosse koalition anti populista. A Bonn la maggioranza dei socialdemocratici è per un altro governo di compromesso. Per la terza volta la Spd aiuterà i cristiano-democratici di Angela Merkel a formare un esecutivo che allontani gli spettri dell’instabilità in Germania.
Non tutti sono convinti di questa scelta. I giovani del partito pensano che questo sia il modo migliore per farsi rosicchiare altri consensi e lasciare la guida dell’opposizione al partito sovranista Alternative für Deutschland. Il 24 settembre 2017, alle elezioni la Spd aveva toccato il minimo storico del 20,5%, deludendo chi confidava nel carisma di Schulz. I 362 sì alla grosse koalition vanno a scongiurare quella che all’interno del partito il conservatore bavarese Alexander Dobrindt aveva chiamato «la rivolta dei nani». Al congresso di Bonn molti avevano definito Schulz un «marziano a Berlino», per via della sua carriera all’interno dell’Unione Europea, incapace di uscire dall’ombra della cancelliera Merkel. L’alternativa rimasta sul tavolo delle trattative sarebbero state nuove elezioni, un’opzione respinta anche dal presidente tedesco (Spd) Walter Steinmeier.
Ora Merkel e Schulz hanno tempo fino a Pasqua per formare un nuovo governo, dopo il fallimento della cosiddetta «coalizione Giamaica», con i verdi e i liberali. Gli ultimi passaggi per confermare l’intesa sull’esecutivo spetta ora alla base dei socialdemocratici, circa 450mila iscritti che devono approvare le linee guida delle politiche Spd, da negoziare con i cristiano-democratici di Cdu e Csu.
La scelta di Schulz, sul sì alle larghe intese, è vista con favore dalla Commussione Ue di Bruxelles, anche se questa svolta politica è dovuta al crollo dei consensi del leader socialdemocratico all’interno del partito, dal quasi 98% a poco più del 56 del congresso di Bonn.
Lorenzo Nicolao – Agenzia Stampa Italia