(ASI) Entro la fine della settimana arriveranno nella base aerea di Mihail Kogalniceanu, nel sudest della Romania 500 militari statunitensi, appartenenti al primo battaglio delle Fighting Eagles. Lo riferisce la stampa statunitense precisando che i soldati porteranno in dote anche carri armati, autoblindi e mezzi semoventi corazzati; tutti mezzi definiti necessari per la partecipazione a esercitazioni multinazionali. Le forze armate romene precisano che i soldati rimarranno di stanza nel paese per circa nove mesi, dopo di che questi saranno sostituiti da altri militari statunitensi per garantire una presenza continua nel paese e in Europa contro possibili minacce russe.
I militari sono giunti in Romania nell’ambito delle esercitazioni militari dell’operazione Atlantic Resolve, istituita dalla Nato per rafforzare la presenza nella parte orientale del Vecchio continente.
Hans G. Klemm, ambasciatore statunitense a Bucarest, ha detto che il dispiegamento dei militari sottolinea “la forte partnership strategica tra i due paesi esiste non solo a parole ma anche nei fatti”. Anche se rischia di rendere ancora più complicati i rapporti tra l’Alleanza atlantica e la Russia deterioratisi dopo la crisi Ucraina del 2014 e la decisione della Crimea di staccarsi da Kiev per tornare con Mosca. Da quel momento la Nato ha aumentato le esercitazioni militari in Europa e la presenza di militari ai confini con la Russia.
Lo scorso maggio è stato inaugurato in Romania l’Aegis Ashore, lo scudo missilistico difensivo da 800 milioni di dollari della Nato presso la base militare di Deveselu. Il sistema Aegis ballistic missile defense system (Abmd) è un programma dell’Agenzia per la difesa missilistica del dipartimento della Difesa Usa sviluppato per creare uno scudo di protezione contro i missili balistici di corto e medio raggio. Dopo la Romania, la prossima installazione dell’Aegis Ashore dovrebbe avvenire in Polonia nel 2018. Il sistema si estende dalla Groenlandia alle Azzorre e serve ad intercettare missili lanciati contro i paesi Nato e alleati degli Usa.
Il sistema difensivo atlantico si basa su una serie di radar che rilevano il lancio di uno o più missili balistici nello spazio; a quel punto il sistema misura la traiettoria del razzo e lancia dei missili, sia da navi che da siti terrestri, per distruggerli.
Lo sviluppo dell’Abmd è iniziato nella metà degli anni’80 come parte della strategia presidenziale di Ronald Reagan Strategic defense initiative (Sdi), inizialmente pensato come sistema per le “guerre stellari” quindi fu trasformato in sistema terrestre-navale, per i limiti tecnologici dell’epoca.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia