(ASI) - “Nonostante gli sforzi dei media, grandi imprese, e di altri blocchi di potere di ritrarre questa visita come accettabile, affermiamo chiaramente che popolo irlandese non intende capitolare. La regina d’Inghilterra è ricercata per crimini di guerra in Irlanda e non è voluta in terra irlandese. Faremo del nostro meglio per assicurare che questo messaggio giunga lei e ai suoi galoppini”.
Con queste parole, durante la commemorazione di Pasqua organizzata dal 32 County Sovereignty Movement, il portavoce della Real Ira ha ribadito il secco no alla visita della regina Elisabetta II programmata prossimamente a Dublino. La Real Ira ha lanciato anche un ulteriore monito alla PNSI – Police Service of Northern Ireland – dichiarando che saranno bersaglio delle loro azioni “a prescindere dalla loro religione, cultura e motivazione”. Non si sono fatte attendere le dichiarazioni del vice Primo Ministro a Stormont Martin McGuinness che ha cercato di ridimensionare le parole della Real Ira e ha aggiunto che cercheranno di scoprire l’identità del portavoce repubblicano nascosto dietro ad un passamontagna. Intanto, il cinque maggio, saranno passati trenta anni dalla morte del patriota irlandese Bobby Sands che si è lasciato morire dopo sessantasei giorni di sciopero della fame nei Blocchi H della prigione di Long Kesh.
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