(ASI) L’Italia non modificherà le proprie modalità di intervento nell’ambito delle operazioni militari NATO in Libia. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, all’indomani della Ministeriale Esteri dell’Alleanza Atlantica a Berlino in cui è stato deciso che la missione proseguirà fino alla fine della violenze sui civili.
La “riluttanza” italiana ad un maggiore impegno militare, compresa la partecipazione ai bombardamenti, era già stata espressa dal Ministro Frattini nella capitale tedesca.“Proseguiamo come abbiamo fatto finora, l'intero governo è stato concorde nel ritenere che l'attuale linea dell'Italia sia quella giusta e non pensiamo di modificare il nostro apporto alle operazioni militari in Libia”, ha spiegato il Ministro della Difesa La Russa, aggiungendo di avere portato alla riunione anche “un'ipotesi” che gli era stata ventilata in ambito NATO di un “utilizzo diverso” degli aerei italiani, ma La Russa ha specificato che si trattava di un’ipotesi “marginale” che l’Italia “non seguirà, e quindi non solo non cambierà l'armamento, ma anche non useremo in maniera diversa gli aerei messi a disposizione”.L’Italia, ha poi sottolineato il Ministro, “non è seconda a nessuno” in Libia e “siamo tra i primi contributori”. “Siamo stati il Paese - ha ricordato - che ha evacuato più cittadini italiani e stranieri, abbiamo partecipato all'azione umanitaria con navi, abbiamo messo a disposizione, dopo la risoluzione Onu 1973, sette nostre basi con risorse non indifferenti. E, ancora - ha aggiunto - abbiamo messo a disposizione i nostri mezzi per l'embargo navale; quattro caccia, i quattro tornado anti-radar e gli aerei imbarcati sulle navi per l'embargo”.La missione della NATO in Libia proseguirà nel rispetto del mandato ONU fino a che non verranno raggiunte tre condizioni: la fine della violenza sui civili, il ritiro di tutte le forze militari e paramilitari del regime di Gheddafi e la garanzia di consentire accesso pieno agli aiuti umanitari alle popolazioni che ne hanno bisogno. Così è stato deciso alla Ministeriale di Berlino, che ha anche fatto proprio l’appello del Gruppo di Contatto affinché Gheddafi lasci il potere.
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