(ASI) L’Italia chiede che le operazioni della comunità internazionale in Libia per far rispettare la risoluzione dell’ONU passino “sotto l’ombrello della NATO”.
Lo ha spiegato il Ministro Franco Frattini nel corso di un Consiglio dei Ministri degli Esteri UE a Bruxelles, nel terzo giorno dell’operazione “Odissey Dawn’’, a cui partecipano anche i caccia italiani.
In Libia - ha affermato Frattini - non ci deve essere una “guerra” e l'Italia intende verificare “la coerenza” dell'azione della coalizione internazionale con il pieno rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu, ossia “fare rispettare il cessate il fuoco, fare fermare le violenze e proteggere la popolazione’’. Ed è per questo che “crediamo sia tempo di muovere da una coalizione dei volenterosi ad un approccio più coordinato sotto la Nato, perché la Nato ha l'esperienza e la capacità per guidare un'azione meglio coordinata” e per “evitare i rischi di una moltiplicazione dei centri di comando”, ha aggiunto il Ministro, sottolineando che su quest’opzione “c'è un crescente consenso”.
E quando il cessate il fuoco e la no fly zone funzioneranno, il Ministro Frattini ritiene che UE, Onu, Lega araba e Unione africana debbano promuovere un dialogo nazionale di riconciliazione in Libia, che tenga conto dei gruppi tribali di cui la Libia è composta, perché la risoluzione 1973 “parla proprio di questo”. L'Unione europea intanto si appresta ad indurire ulteriormente le sanzioni contro il regime libico, in accordo con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
A Bruxelles i Ministri degli Esteri Ue hanno trovato un accordo politico di principio sulla necessità di allungare la lista delle persone a cui saranno congelati beni ed averi e si prevedono nuovi interventi per garantire l'efficacia dell'embargo delle armi e l'interdizione dei voli commerciali libici in tutti i cieli della Ue. L'implementazione delle nuove misure dovrà però passare il vaglio dei leader della Ue, il 24 e il 25 prossimi a Bruxelles.
L'Unione europea è pronta inoltre a intraprendere azioni umanitarie anche con l'impegno di strutture militari se l'ONU lo chiederà. Sul fronte immigrazione, è stata espressa solidarietà e disponibilità a dare il necessario sostegno ai Paesi più 'colpiti' dai flussi.
In Italia la crisi libica è stata affrontata in un Consiglio dei Ministri, durante il quale il Presidente Silvio Berlusconi ha informato sui particolari delle decisioni assunte nel Vertice di Parigi. Il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha svolto una relazione sull'evolversi della situazione, fornendo piena assicurazione circa il mantenimento delle operazioni nell'ambito di quanto previsto dalla Risoluzione 1973 dell'ONU. Con riferimento all'isola di Lampedusa, il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha spiegato che "l'intensità degli sbarchi sta creando disagi forti" e che "sono allo studio misure di carattere economico e strutturale per compensare l'isola di quando sta subendo". Maroni ha anche specificato che è stata intensificata l’attività investigativa per proteggere gli obiettivi sensibili e sono stati elevati i controlli contro il rischio di infiltrazioni terroristiche sugli sbarchi.
Gli ultimi sviluppi della situazione in Libia saranno al centro di una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in programma a New York alle 20 italiane, su richiesta della Russia, che si è detta pronta a contribuire come mediatrice della crisi.