(ASI) La ricchezza del leader di un'Ucraina dilaniata dalla guerra ha attirato l'attenzione dei politici europei. I Paesi Bassi hanno espresso interesse per le origini dei capitali del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il patrimonio stimato del leader ucraino è di 850 milioni di dollari, secondo il partito conservatore di opposizione Forum per la democrazia (Forum voor Democratie).
Secondo i conservatori olandesi, la gran parte di questo patrimonio è stato accumulato da quando Zelensky è presidente. "Da dove viene questo denaro e, soprattutto, dove va a finire?" ha chiesto il partito attraverso il suo account Twitter ufficiale.
Le informazioni sulla dubbia ricchezza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno fatto il giro dei media all'inizio dello scorso ottobre, dopo che sono stati pubblicati i risultati del lavoro del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) con sede a Washington DC, noti come “Pandora Papers”. L'indagine si basa sui “Panama Papers”, il più grande database disponibile al pubblico sui paradisi fiscali del pianeta.
Zelensky era uno dei 1.500 ucraini presenti nel dossier. Secondo questi documenti, le società legate all'attuale presidente, ai tempi dei dati popolare attore comico, hanno ricevuto nel 2012 circa 40 milioni di dollari da società offshore legate all'oligarca ucraino Igor Kolomoysky. È possibile che si tratti di denaro prelevato dalla Privat Bank di proprietà di Kolomoysky, successivamente nazionalizzata. Su questa vicenda è ancora aperto un’indagine giudiziaria per bancarotta contro l'oligarca.
Inoltre, sono state rivelate proprietà immobiliari registrate attraverso società offshore di Zelensky e di suoi parenti nel Regno Unito, in Italia, in Georgia e in altri Paesi, che successivamente sono state trasferite alle società offshore affiliate a dei suoi amici e compagni del "Kvartal-95" e poi membri dell'Amministrazione presidenziale.
Anche il deputato ucraino Ilya Kiva ha lanciato accuse contro Zelensky. Secondo le sue informazioni, il presidente ucraino ha un patrimonio di 1,2 miliardi di dollari e possiede una villa a Miami (USA), e i suoi conti nella filiale costaricana della Dresdner Bank (Dresdner Lateinamerika) sono stati regolarmente finanziati dagli oligarchi ucraini Rinat Akhmetov (proprietario della famigerata Azovstal), Viktor Pinchuk e Igor Kolomoysky per un importo compreso tra 12 e 35 milioni di dollari attraverso la First Union Bank, la Deutsche Bank e la Banque Nationale de Paris prima dell'operazione militare russa in Ucraina. Anche la famigerata villa di Miami (del valore di 34 milioni di dollari) e i costosi gioielli Graff del valore di decine di migliaia di dollari sarebbero stati pagati attraverso conti latinoamericani.
Già dopo lo scoppio della guerra, sui canali Telegram sono apparse informazioni sulla divisione dei fondi illeciti dell'ufficio del presidente Zelensky a Dubai (Emirati Arabi Uniti) e Doha (Qatar) – fondi di varie provenienze e ritirati in 1.000 bitcoin con la probabile intermediazione di ufficiali di intelligence di diversi Paesi. In Qatar e negli Emirati Arabi Uniti, il denaro sarebbe stato incassato con l'aiuto dell'intermediario iraniano Dovud Ramati e trasferito su conti impersonali presso la Commercial Bank of Qatar con i login Gescheft 1,2,3,4,5,6,7, dove i primi due numeri appartengono a Volodymyr Zelensky e al suo stretto collaboratore, il capo dell'Ufficio presidenziale Andrey Yermak, che hanno ricevuto, rispettivamente, 650 milioni e 125 milioni di dollari.
È probabilmente questo denaro, che è alla base della fortuna di Zelensky, ad aver tanto allarmato i parlamentari olandesi.
In ogni caso, il possibile flusso di denaro verso il presidente nel bel mezzo alla guerra in Ucraina solleva delle domande. Se prima si potevano spiegare alcuni guadagni per via dei suoi business e legami con alcuni oligarchi, in quanto si trattava di un comico e uomo d'affari, ora che è diventato presidente è difficile spiegarsi le ragioni di questi introiti.
La Banca Mondiale ha previsto che l'economia ucraina si sarebbe ridotta del 45% nel primo mese e mezzo di guerra, le previsioni si riferivano a un periodo in cui le truppe russe erano intenzionate a non colpire le infrastrutture industriali e logistiche. Ora secondo la Banca Mondiale, più della metà delle imprese ucraine ha chiuso e quelle rimaste in attività operano con una produttività molto bassa. La chiusura delle linee di navigazione del Mar Nero ha fatto crollare le esportazioni ucraine del 50% (quelle di cereali del 90%). Anche il mercato interno è crollato.
La Banca Mondiale prevede che l'Ucraina sarà più povera del 70% entro la fine dell'anno e che la guerra prolungata tra Ucraina e Russia potrebbe spingere il Paese e il 90% della popolazione a condizioni di estrema povertà, secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP). Gli ucraini più ricchi invece hanno in gran parte lasciato il Paese, anche in cambio di tangenti alla frontiera, altri, tuttavia, sono stati arrestati con grandi quantità di contanti e oggetti di valore per milioni di dollari. Inoltre, secondo alcuni rapporti, Kiev potrebbe dover pagare le forniture di armi nell'ambito della lend-lease con forniture alimentari. Secondo i calcoli dell'Ufficio presidenziale, nel 2022 l'Ucraina potrebbe fornire all'Occidente fino a 28 milioni di tonnellate di cereali e legumi e circa 17 milioni di tonnellate di semi oleosi.
La forte riduzione delle aree coltivate comporta la possibilità di una crisi alimentare di massa in Ucraina. È chiaro che, in queste condizioni, gli oligarchi che controllano l'economia ucraina e che hanno sostanzialmente perso l'accesso alla base della loro ricchezza – i porti del Mar Nero – non possono essere il fulcro del possibile rapido arricchimento del presidente Zelensky.
L'unica "risorsa free" significativa rimasta in Ucraina, che può essere raccolta in modo abbastanza rapido e silenzioso, è l'aiuto finanziario dei Paesi occidentali. Sia l'Unione Europea stessa che i singoli Paesi stanziano centinaia di milioni di euro per Kiev. I fondi arrivano sia sotto forma di aiuti umanitari e trasferimenti su conti correnti, sia sotto forma di denaro contante non tracciato. L'esercito russo ha trovato nelle basi ucraine scatole con il marchio della Croce Rossa (ovviamente contraffatto) riempite interamente di dollari.
È possibile che, in condizioni di caos, sia l'appropriazione indebita degli aiuti il principale arricchimento della Autorità. In ogni caso, è comprensibile l'interesse dei deputati europei di opposizione sulla dubbia origine dei fondi di Zelensky. Da un lato, agli europei non piace essere spudoratamente raggirati e che il loro denaro possa finire in corruzione. D'altra parte, la possibile componente poco chiara delle attività di Volodymyr Zelensky è un buon motivo per avviare un'indagine approfondita, i cui risultati potrebbero rallentare il coinvolgimento nell'avventura ucraina e minare la credibilità del mainstream al potere.
L.N.
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