(ASI) "L'Anddos, la più grande associazione italiana Lgbti con 140.000 iscritti, stigmatizza le espressioni di matrice omofoba contro l'artista Mika apparse a Firenze sui manifesti pubblicitari del suo concerto.
Ad esprimere tutta l'indignazione per l'increscioso episodio è il presidente nazionale Mario Marco Canale che rivolge anche un appello al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, perché intervenga immediatamente a conferma di come il capoluogo toscano sia una terra di cultura ed integrazione sociale e non certo espressione di discriminazione ed intolleranza come si evince da questa sconcertante vicenda.
"L'insulto omofobo ricevuto dal cantante Mika, che si è visto imbrattare due manifesti del suo prossimo concerto a Firenze con la scritta "Frocio" rappresenta molto bene il clima di intolleranza che sta montando negli ultimi mesi nel Paese – afferma il presidente Mario Marco Canale - nonostante la bella risposta del cantante, a cui va la massima solidarietà di Anddos, l'episodio cade ancora una volta nel silenzio della politica e delle istituzioni. Sarebbe opportuno e anche doveroso, che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rompa questo tabù, vista anche la sua consueta prontezza sui social network e considerando che il fatto è avvenuto nella sua Firenze. Per tutte quelle persone, dai politici ai cittadini, ancora convinte che infierire contro i "froci" non sia una cosa grave, sarebbe certamente un segnale importante".
"La musica, come tutte le espressioni artistiche, può essere messaggera importante di valori quali il rispetto, la libertà, l'integrazione sociale, il pluralismo di idee e identità: quella scritta è, pertanto aggiunge l'avvocato Antonio Bubici - un insulto alla cultura e all'intelligenza, specchio di un Paese che non sa ancora educare alle differenze e non sa contrastare l'ostilità, l'insulto e la violenza".
L'educazione alle differenze deve, pertanto, partire nelle scuole oltre che nelle famiglie, con campagne mirate di sensibilizzazione contro le discriminazioni, affinché omofobia ed intolleranza non diventino un fenomeno di emulazione tra i ragazzi".
Marco Tosarello
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