(ASI) Roma - A poco più di un mese dalla sua scomparsa avvenuta lo scorso 14 giugno 2015 a quasi 94 anni, si vuole qui tributare un breve ma doveroso ricordo di un uomo sul quale sono state diffuse molte e più autorevoli note biografiche.
Volontario nella seconda guerra mondiale già dal 1942 e poi, dopo quel maledetto 8 settembre 1943, aderente alla Repubblica Sociale Italiana, sopravvissuto miracolosamente a quei terribili eventi bellici, emarginato ed epurato dai "vincitori", Rutilio non deviò mai dalla retta via delle sue convinzioni ideologiche. Nell'immediato dopoguerra militò da fondatore prima nei F.A.R., poi nel primo Movimento Sociale Italiano, nel Centro Studi Ordine Nuovo, di nuovo nel M.S.I. e infine, dopo l'abiura di Fiuggi nel 1995, nel Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, diventando un importante punto di riferimento nel variegato (e disastrato) ambiente che si riconduce a quelle esperienze politiche, non piegandosi mai a compromessi per opportunismo o interessi personali. Uomo amante della natura e di grande cultura, si ricorda come autore, insieme a Pino Rauti, della trilogia "Storia del Fascismo", di saggi sul Corporativismo e lo Stato Organico, ma anche di numerose opere recenti sui temi di maggiore attualità, fino alla fine della sua vita terrena. Soprattutto, però, è stato un testimone obiettivo del XX secolo, un Uomo al di sopra delle parti ammirato e stimato da tutti, indipendentemente dall'appartenenza a uno di quei mille rivoli generati da tradimenti e scissioni negli ultimi 20 anni. Persino indagato, qualche mese fa, con l'accusa ridicola di essere l'ideologo di un presunto gruppo eversivo, nonostante la veneranda età e le sue precarie condizioni di salute, Sermonti ha respinto seccamente gli addebiti, non avendo mai nemmeno sentito parlare di tale gruppo. Come disse Adriano Romualdi, prima della sua immatura dipartita, "Quello che non perdono al mio tempo non è quello di essere vile, ma di dover costruire ogni giorno l'alibi della propria viltà, diffamando gli Eroi."
Roberto Bevilacqua
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