(ASI) Taranto - Renzi ha ufficializzato, nel Consiglio dei Ministri del 24 Dicembre, il decreto legge con cui si procederà al commissariamento per l’ILVA, i cui dettagli non è dato ancora di conoscere visto che sono allo studio dei tecnici dei ministeri competenti.
Quel che si sa è che tutto prenderà il via a metà gennaio con la nomina di tre commissari, cosa che permetterà il pagamento degli stipendi ai quasi 16.000 dipendenti del gruppo, 11.000 dei quali lavorano a Taranto, mentre slitta ad un secondo tempo la procedura di nazionalizzazione temporanea mediante la costituzione di una nuova azienda a partecipazione statale.
Abbiamo già chiarito cosa pensiamo di tale decisione: questa procedura comporterà il conferimento degli asset produttivi alla nuova società, addossando le passività ad una bad company?
In tal caso la nazionalizzazione temporanea servirà solo a consegnare ai privati prossimi venturi un’azienda sana, produttiva e profittevole mentre allo Stato, ossia ai contribuenti italiani rimarrebbe il compito di pagare le perdite causate dalla famiglia Riva, che intanto continua a godersi i lauti frutti della sua disastrosa gestione.
Ma non è solo questo che vorremmo dire a Renzi e al Ministro Guidi se fossimo convocati lunedì prossimo, insieme gli altri sindacati, vorremmo ad esempio far presente che le risorse previste per il risanamento e l’applicazione dell’AIA sono assolutamente insufficienti.
Ma non lo potremo fare poiché ad un’organizzazione come la nostra - che nelle ultime elezioni delle RSU a Taranto ha ottenuto il 20% dei voti, più della Fiom e più della Fim nei settori operai, e che nel giro di un anno ha raggiunto la Fiom nelle adesioni, passando da poche decine a 700 iscritti – vien negata la presenza al tavolo, in spregio alle più elementari regole della democrazia.
Perché Renzi, che sottolinea spesso il diritto a governare e decidere forte del suo 40% alle elezioni europee, non applica questi principi elementari anche alla rappresentanza sindacale?
Perché preferisce interloquire con quei sindacati, che pur presenti da anni all’ILVA, non hanno mai contrastato le scelte di padron Riva e troppo tardivamente sono giunti a considerare la nazionalizzazione, quando USB lo va dicendo da sempre?
Gli stessi sindacati che, pur di contrastare l’accrescere del nostro consenso tra i lavoratori, hanno raggiunto un nuovo accordo, attribuendosi 2.500 ore di permesso sindacale a testa, indipendentemente dal grado di apprezzamento in fabbrica?
L’Unione Sindacale di Base chiede ufficialmente al Presidente del Consiglio e al Ministro Guidi di essere convocata Lunedì 29 al Ministero per lo Sviluppo Economico, al pari degli altri sindacati secondo le più elementari regole democratiche.
Roma. 27.12.2014
Esecutivo Nazionale USB