(ASI) Rimini - A soli 2 giorni dalla grande manifestazione nazionale indetta dal Coordinamento 9 dicembre organizzato dinanzi a Monteiitorio, la polizia perquisisce la casa del noto imprenditore Gabriele Baldarelli, esponente

del movimento il quale, dopo essersi accorto di esser seguito in auto da agenti in borghese, ha prima fermato gli agenti e poi è andato in questura a fare una dichiarazione spontanea.

Appena tornato a casa ha appreso dal verbale che la polizia cercava “armi”, armi che non sono mai state trovate.

L’esponente del coordinamento protagonista di questa inquietante vicenda afferma: “Gli agenti in borghese che mi seguivano in auto hanno negato che mi stessero seguendo, ma io ho capito che si trattava della polizia e allora ho deciso di recarmi spontaneamente in questura per riferire che io ed altre 5 o 6 persone saremmo andate a San Marino per una protesta pacifica e che non stavamo facendo nulla di male. Credevo fosse per quello, ma ad un certo punto mia moglie mi ha informato che una squadra di una ventina uomini stava perquisendo la nostra casa. Da quel momento in poi sono stato trattenuto in questura, non si capisce a quale titolo”.

Una volta tornato a casa Baldarelli legge il verbale rilasciato a sua moglie in cui c’è scritto: “Da notizie acquisite si veniva a conoscenza del reale pericolo che all’interno dell’abitazione potevano essere detenute illegalmente armi o parti” - nello stesso verbale si da l’esito della perquisizione - “negativo in relazione alla ricerca di armi o parti di esse si rappresenta che veniva rinvenuto materiale di interesse consistente in sei moduli di adesione al movimento dignità sociale nonché in fogli manoscritti con indicati vari numeri di telefono”.

Così commenta il noto esponente del Coordinamento 9 dicembre che da circa un anno e mezzo affianca Danilo Calvani nella coordinazione degli attivisti, aiutando nell’amministrazione dei vari gruppi Facebook e cercando di favorire la comunicazione tra i vari presidi: “Evidentemente c'è un disegno teso a screditare il Coordinamento 9 dicembre, non da parte delle forze dell'ordine e della questura specifica, ma da qualcuno o qualcosa che arriva dall'alto. Noi vogliamo sapere in base a quale motivazione è stato permesso un atto del genere nei confronti di una famiglia di cittadini incensurati, oltretutto imprenditori che in tempi di crisi danno lavoro a 50 famiglie. Vogliamo anche sapere chi ha dato il via a questa “operazione bluff” con decine di funzionari pubblici che hanno perso tempo inutile, funzionari pagati con soldi delle nostre tasse, vogliamo sapere chi e perché ha dato l'avvio a questa operazione assurda. Sia ben chiaro: non abbiamo niente contro le questure che hanno svolto il loro lavoro con la massima professionalità e discrezione possibile, ma vogliamo sapere chi ha dato loro l'ordine di andare a ricercare armi a casa di persone integerrime e sulla base di quali motivazioni una dichiarazione così assurda è stata valutata “attendibile” dagli inquirenti.In ogni caso, a seguito di questa cosa, siamo noi del Coordinamento che riteniamo ci sia il reale pericolo che qualcuno possa screditare il nostro movimento, fatto di gente onesta, ciascuno con la propria storia e che lotta per creare un paese migliore. Per questo ho chiesto io stesso, personalmente protezione alla Digos”.

Ufficio Stampa Coordinamento 9 dicembre organizzato

 

 

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