(ASI) Viterbo - Nel contesto nazionale i Contratti di Fiume (CdF), anche sotto forma di Contratti di Lago, Falda, Foce, Costa, Paesaggio Fluviale, rappresentano il manifestarsi di una risposta che nasce dal basso per fronteggiare il continuo diffondersi del dissesto idrogeologico
e della precarietà di un territorio reso sempre più vulnerabile dall’eccessiva antropizzazione e dalla carenza di manutenzione del territorio. Ma oltre ciò i CdF hanno la valenza di valorizzare aree naturali usufruibili da un turismo responsabile. I Contratti di Fiume intendono, innanzitutto, contribuire a superare la logica dell’emergenza mettendo in campo una politica integrata e realistica capace di coinvolgere tutti i soggetti interessati, verso una prevenzione attiva ed in grado di produrre indubitabili conseguenze positive anche sul piano economico.
L’esperienza francese e di altri Paesi del Nord Europa, che hanno iniziato a progettare e gestire i contratti di fiume già dai primi del 2000, ha dimostrato come attraverso questo strumento sia possibile far governance delle acque e dei suoli in modo partecipato e sussidiario, contribuendo all’attuazione della direttiva 2000/60 (che prefigura politiche sistemiche di riqualificazione delle acque superficiali e sotterranee) e della direttiva 2007/60 (relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni), che indicano come irrinunciabile la qualità partecipativa dei processi da avviare per raggiungere in modo efficace gli obiettivi di tutela dei territori fluviali.
L’Italia, come sempre fanalino di coda, da poco tempo ha iniziato ad occuparsi dei CdF, e l’interesse di enti e associazioni scientifiche e ambientaliste è esplosa con grande entusiasmo anche perché sul piano istituzionale e del riconoscimento sono stati fatti grandi passi in avanti sia a livello europeo che nazionale e regionale. Il via all’attuazione di questo nuovo strumento è stato dato dall’emendamento approvato a settembre, dalla Commissione Ambiente e dalla Camera dei Deputati a novembre, per l’inserimento dei CdF nel collegato ambientale (d.lgs. n. 152/2006 T.U. ambiente) alla legge di stabilità, l'articolo 7 del Decreto "Sblocca Italia", le 7 Regioni che hanno aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume e le altre 5 in corso di adesione ne sono prova.
Quindi sembrerebbe tutto a posto per partire, purtroppo al momento risultano essere poche le amministrazioni pubbliche locali e molte associazioni ambientaliste che conoscono i Contratti di Fiume. Da qui la volontà di Accademia Kronos di istruire e formare i primi professionisti in questo settore. Quindi l’associazione intende organizzare uno stage presso la sede nazionale dell’Associazione a Ronciglione subito dopo le feste di Natale. Lo scopo sarà quello di creare figure esperte sia nel promuovere l’avvio di un Contratto di Fiume che nel gestirlo. C’è anche da dire che i CdF godono di finanziamenti specifici sia a livello europeo che nazionale, svincolati da varie burocrazie. Per i giovani in cerca di lavoro qualificato è anche un modo di aprirsi ad una nuova professione.
Accademia Kronos, in qualità di ente protezione natura riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, alla fine degli stage potrà rilasciare attestati capaci di convalidare questa nuova figura professionale.
Il primo stage partirà a gennaio prossimo presso la sede di Ronciglione (VT), ma sarà limitato a soli 30 posti, quindi chi interessato prenoti subito o chieda informazioni alla segreteria di Accademia Kronos ai n. 0761.093080 – 338.8513915 o via e mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Grazie per l’attenzione. Gabriele La Malfa – Ufficio Stampa di Accademia Kronos